Peculato, abuso d’ufficio, truffa e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio: per rispondere di queste accuse sono stati rinviati a giudizio, dal gup Alessandra Boffi (accogliendo la richiesta dei pm Alberto Pioletti e Laura Condemi), 16 ex consiglieri del Pd, coinvolti nell’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi della Regione Lazio.
La loro convocazione davanti al giudice dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma è fissata per il 22 gennaio. Tra loro c’è anche Esterino Montino (foto), ex presidente del gruppo Pd in Regione, oggi sindaco di Fiumicino, ma ci sono anche senatori de deputati in carica come Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Claudio Moscardelli, Francesco Scalia, Daniela Valentini, Marco Di Stefano.
L’inchiesta era partita da Rieti per pranzi offerti tra il 2010 e il 2013 dall’ex tesoriere Mario Petrilli usando i soldi pubblici destinati al funzionamento istituzionale del gruppo: spesa tra gli 8mila e i 20mila euro. Poi da Rieti l’inchiesta si è allargata all’assunzione di portaborse pagati non dai consiglieri, secondo le regole, ma ricavati – secondo l’accusa – dai fondi destinati al funzionamento del gruppo.
Da quella stessa “voce” venivano prelevati i soldi anche per pagare multe, biglietti aerei e addobbi per le feste raccomandate o per sagre paesane. Nel conto sono finite persino alcune spese del quotidiano online Paese Sera (nulla a che fare con la gloriosa testata chiusa nel 1984), nato e per iniziative del Pd.
Il Pd ha preso posizione a sostegno degli indagati, sostenendo che l’impianto accusatorio si fonda su una erronea interpretazione della legge che regola il funzionamento dei gruppi consiliari della Regione Lazio. Di segno opposto la posizione del M5s.
Commenta per primo