A quali condizioni la retromarcia di Grillo verso Farage nel parlamento europeo. Due defezioni

“Verhofstadt, che oggi si propone come negoziatore per la Brexit, dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment”. Così Beppe Grillo sul suo blog ha annunciato il rientro del gruppo dei parlamentari europei del M5s nell’EFDD di Farage. Che viene raccontato con queste motivazioni: “Fallito l’accordo con il gruppo ALDE, abbiamo rispettato la volontà espressa dalla rete applicando la seconda scelta più votata dai certificati: rimanere nel gruppo Efdd. Nel primo pomeriggio io e Davide Casaleggio abbiamo avuto una Skype call con Nigel Farage, ex leader della delegazione inglese Ukip e presidente del gruppo Efdd. Abbiamo rinnovato l’accordo, rinunciando alla carica della co-presidenza che fino ad oggi è stata occupata da David Borrelli”. Cambiato anche il responsabile della comunicazione del M5S al parlamento Europeo: è stata nominata Cristina Belotti.

Beppe Grillo e Nigel Farage in una foto postata sul blog di Grillo il 30 maggio 2014. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

La conference call (foto) tra Nigel Farage, Beppe Grillo e Davide Casaleggio – riferiscono fonti interne al gruppo Efdd –  ha avuto toni anche “umoristici”, ma nella sostanza il leader dell’Ukip ha dettato tre condizioni, chiedendo la conferma dell’intenzione di proporre un referendum sull’euro, ma soprattutto l’esclusione di David Borrelli dal ruolo di copresidente del gruppo, nonché il non rinnovo a febbraio del contratto per il funzionario M5S che ha partecipato alla trattativa con l’ALDE.

Dopo la conference call, Nigel Farage ha dato il via alla riunione del gruppo con una battuta: “Da quando ho incontrato la prima volta Grillo sapevo che il matrimonio con Alde sarebbe durato poco, ma non pensavo così poco…”. Al termine della riunione, durata un paio d’ore, lo stesso Farage ha sancito la ricomposizione del connubio: “Sono contento che ogni differenza tra il movimento di Beppe Grillo e me si sia risolto in maniera amichevole”, dettava in una nota in cui le condizioni dettate sono state indicate come “cambi amministrativi”. Traducendo, il britannico avrebbe chiesto – secondo le fonti – la testa di David Borrelli entro martedì prossimo e del funzionario trevigiano entro febbraio, quando non gli dovrà essere rinnovato il contratto. Altra vittima indiretta del rientro a casa EFDD è Fabio Massimo Castaldo, da due anni e mezzo candidato alla Vicepresidenza del Parlamento Ue e che oggi durante la riunione ha annunciato che non si ripresenterà alla prestigiosa carica. Anche Piernicola Pedicini, candidato del gruppo alla Presidenza del Parlamento, non si presenterà alla corsa per la poltrona che è stata di Schulz. Prima e dopo la riunione del gruppo Efdd, i parlamentari grillini hanno avuto diversi momenti di confronto durante i quali è emerso che dopo il fallimento del passaggio all’Alde restavano solo due opzioni: restare con Farage o consegnarsi all’irrilevanza passando tra i ‘non iscritti’. Nella riunione col gruppo, a quanto si apprende, almeno un paio di eurodeputati pentastellati, Dario Tamburrano e Marco Valli, hanno espresso il loro disappunto per la conduzione del mancato traghettamento nell’Alde.

L’uscita formale dei 17 eurodeputati del M5S dal gruppo EFDD avrebbe comportato per i grillini la perdita di personale (circa una ventina di funzionari di gruppo), l’ esclusione dall’accesso alle cariche nelle Commissioni parlamentari e il potere di influenza sui principali dossier. Al tempo stesso la fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa del gruppo Efdd, attualmente composto da 44 parlamentari. Senza i 17 italiani, ne sarebbero rimasti solo 27: appena due più del limite minimo di 25 (in rappresentanza di sette diverse nazionalità) ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare.

Due abbandoni. Due europarlamentari M5s non hanno retto ai repentini cambiamenti di casacca imposti da Grillo e allora hanno deciso di uscire dal gruppo pentastellato e di accasarsi altrove. Marco Affronte ha deciso di andare a far parte del gruppo dei Verdi. Marco Zanni passa in qualità di indipendente nel gruppo Enf, formazione che vede al proprio interno la Lega di Salvini, il Front National di Marine Le Pen e il Pvv di Geert Wilders.

Immediata la reazione di Grillo, che scrive sul suo blog: Da oggi Affronte e Zanni non fanno più parte della delegazione italiana del Movimento 5 stelle all’interno del gruppo Efdd al Parlamento europeo. E adesso o si dimettono da parlamentare oppure pagano la penale di 250mila euro ciascuno, come previsto dal contratto che firmarono all’atto della candidatura, denaro che il M5s verserà ai terremotati del centro Italia. Ma già Affronte ha detto di considerare quel contratto “carta straccia”.

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