La Punto in testa alle rottamate – Stando a quanto afferma l’osservatorio sulla ricerca dell’Auto online di DriveK, la Fiat Punto è il veicolo più diffuso tra quelli dati in sostituzione nel 2017 per l’acquisto di una nuova auto. Dodici mesi molto fortunati per un settore in (quasi) costante ascesa, e che anche a novembre ha toccato un interessante +6,79%.
Nell’identikit delle auto più rottamate da gennaio a dicembre risulta che l’età media è di circa 11 anni (vetture immatricolate nel 2006) e nel corso di tutto questo tempo hanno percorso attorno ai 145.000 chilometri. Le auto a benzina hanno percorso in media medio120 mila Km mentre le diesel hanno fatto registrare attorno ai 180 mila Km.
La Top 10 che vedete nella tabella riflette in parte quella che è anche la classifica di vendita. Al secondo posto troviamo la Fiat Panda, che insieme alla cugina Punto compone il 10% dell’intero parco di auto rottamate nel 2017. A seguire, sul terzo gradino del podio, c’è Lancia Ypsilon.
A seguire Renault Clio, Ford Fiesta e Ford Focus. Chiudono Renault Megane, Opel Corsa, Citroen C3 e Volkswagen Golf. A quanto pare, gli italiani sembrano fedeli alle auto asiatiche, dato che la prima giapponese, la Toyota Yaris, è all’undicesimo posto. Ecco la classifica
L’italiano ama l’auto pulita – Il nostro Paese è in testa alle classifiche europee per l’utilizzazione degli impianti automatici a rulli. Un’indagine dell’International Carwash Association e relativa ai comportamenti del 2016 mostra infatti che gli automobilisti italiani gradiscono al 70% il cosiddetto ‘servizio completo’, contro il 16% dei polacchi, il 15% dei tedeschi, il 14% degli svedesi e il 13% dei francesi e degli olandesi.
La stessa ricerca attribuisce, a livello europeo, il 25% delle preferenze degli automobilisti per questo tipo d’impianti professionali che offrono anche la rifinitura manuale, mentre i self service con getto ad alta pressione si piazzano al 20%, gli impianti che fanno solo il trattamento esterno al 20% (portando così il totale di quelli presidiati al 45%), gli spazzoloni automatici al 17% e il lavaggio a casa al 14%. Molto staccato il lavaggio a mano professionale, che si ferma al 6%. Limitando l’analisi all’Italia viene evidenziato che il 96% degli italiani ha lavato il suo veicolo almeno una volta nel corso del 2016, e che nel 76% dei casi gli automobilisti si sono serviti esclusivamente di professionisti per il lavaggio del loro veicolo piuttosto che ricorrere al fai da te (5%), mentre il 15% ha alternato volte in cui si è recato presso un autolavaggio e altre volte in cui ha ricorso al fai da te.
Dall’indagine di ICA emerge che gli italiani giudicano l’autolavaggio come ”una parte essenziale della manutenzione del veicolo” e ripongono ”un alto livello di fiducia nei benefici derivanti dall’utilizzo di un servizio di autolavaggio professionale”.
Ed è boom di autolavaggi – Naturalmente, anche l’attenzione all’auto pulita è un aspetto della passione degli italiani per l’automobile. Come sottolinea l’Osservatorio Autopromotec – che ha approfondito lo studio rispetto alla situazione nazionale – il Paese ha fatto registrare un vero boom delle imprese di autolavaggio: in testa alla graduatoria delle regioni in crescita negli ultimi sei anni c’è il Lazio (+103,1%), seguito dal Trentino Alto Adige (+51,6%) e dal Veneto (+40,6%). In coda alla graduatoria troviamo invece la Sardegna (+9,1%), la Valle d’Aosta (+7,7%) e la Basilicata (+4,9%). La Regione in cui al 2016 è presente il maggior numero di autolavaggi è il Lazio (975), seguito da Lombardia (811), Campania (800) e Sicilia (780). In totale, queste quattro Regioni ospitano quasi la metà di tutte le imprese di autolavaggio del Paese.
In forte calo le emissioni di CO2 – A novembre le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono calate di 380.447 tonnellate rispetto allo stesso mese del 2016. Questo calo corrisponde ad una diminuzione percentuale del 4,8%. Se sii considera il periodo da gennaio a novembre il calo registrato dallee emissioni CO2 da benzina e gasolio per autotrazione è stato di quasi due milioni di tonnellate (per la precisione 1.913.617 tonnellate) che corrispondono ad una diminuzione percentuale del 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.
I dati registrati da gennaio a novembre portano a prevedere che nell’intero 2017 vi sarà un calo delle emissioni di CO2 di oltre due milioni di tonnellate rispetto al 2016. “La diminuzione dell’impatto ambientale dei trasporti su strada – dice Enrico Moncada, Responsabile della Business Unit Truck Replacement di Continental Italia – è un obiettivo che unisce sia le aziende di trasporto sia le società che operano come fornitori in questo settore. Continental, in particolare, ha fatto della riduzione delle emissioni uno dei driver su cui fonda lo sviluppo di nuovi prodotti e dei servizi che mette a disposizione delle aziende di trasporto, ponendosi sempre di più come un vero e proprio Solution Provider che può aiutare concretamente le società di trasporto ad accrescere efficenza e sicurezza riducendo allo stesso tempo il loro impatto sull’ambiente”.
Nolo a lungo termine, nuovo business – Sta prendendo sempre più piede il business del noleggio a lungo termineIl noleggio a lungo termine, scelto principalmente da pubbliche amministrazioni, aziende e liberi professionisti per i suoi costi contenuti e fissi, oltre alla possibilità di cambiare auto spesso, a conclusione del contratto. Questo tipo di noleggio prevede la scelta di un contratto personalizzato che riporta, oltre al periodo di utilizzo dell’auto, anche tutti i servizi che comprende e il modello del veicolo o della flotta che si sceglie.
Non è infatti solo possibile noleggiare una singola vettura, ma anche un’intera flotta, dai veicoli commerciali agli allestiti, dai mezzi speciali agli equipment. Il parco macchine permette la scelta tra tutti i modelli disponibili sul mercato per autovetture e mezzi aziendali fino a 6,5 tonnellate. Per quanto riguarda la spesa, il contratto personalizzato prevede un canone mensile deciso con il cliente e dipendente dal tempo del noleggio, che può oscillare dai 24 mesi fino a un massimo di 60 e dal chilometraggio previsto.
Tutto nella quota mensile – Alla stipula si può decidere di versare un anticipo della somma totale o dilazionare l’ammontare complessivo nella quota mensile del canone a seconda di quella che il cliente giudica la modalità più adatta alle sue esigenze, optando anche per il noleggio a lungo termine senza anticipo in modo da organizzare anche le altre spese aziendali o familiari, a seconda dell’utilizzo che si fa del mezzo
Il noleggio a lungo termine piace perché è vantaggioso per spesa e comodità oltre al piacere di avere un’auto sempre nuova senza il peso di costi aggiuntivi come avviene nell’acquisto tradizionale sia di veicoli nuovi sia usati. Questa nuova modalità è perfetta per chi utilizza l’auto per motivi professionali perché nel canone mensile sono compresi tutti i costi dei servizi senza alcuna altra spesa in più: costi dell’assicurazione e della tassa di proprietà sono coperti, e sono eliminati totalmente quelli per l’anticipo all’atto dell’acquisto del veicolo.
Gestione semplificata – Tra i vantaggi va anche sottolineata la minore esposizione bancaria, la semplificazione della gestione, la riduzione di produttività causata dai fermi tecnici, l’eliminazione totale di oneri e costi gestionali ed amministrativi.
Si dovrà insomma pensare alla sola uscita mensile, fissa e conveniente, nella quale sono compresi anche i costi per l’eventuale necessità dell’auto sostitutiva, della copertura degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, della manutenzione e sostituzione degli pneumatici e del soccorso stradale
Quasi 36 milioni le patenti B – Dal 2007 al 2016 in Italia il numero delle patenti di guida B attive (cioè quelle non scadute) è cresciuto di 4,5 milioni di unità, passando da 31,2 a 35,7 milioni. In dieci anni vi è stata quindi una crescita del 14,4%. Questi dati emergono da un’elaborazione condotta da Federpneus (Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici) su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Se ne deduce che nonostante la crisi economica gli italiani non sembrano orientati a rinunciare all’automobile, diventata sempre più una necessità, anche per via di un’offerta di trasporto pubblico che non solo è inadeguata a soddisfare le esigenze di mobilità degli italiani, ma è addirittura in diminuzione come emerge dal Rapporto Pendolari 2016 di Legambiente. Secondo tale rapporto, infatti, negli ultimi anni sono state molte le regioni che hanno deciso di diminuire i servizi (meno corse e meno mezzi di trasporto pubblici) e di aumentare le tariffe dei biglietti, in particolare nelle regioni del Sud.
Tra gli altri punti critici, sempre secondo il Rapporto di Legambiente, rimane nelle nostre città il “forte ritardo in termini di dotazioni infrastrutturali su ferro rispetto al resto d’Europa, dove siamo sotto il 50% rispetto alla media per metropolitane e tramvie, e al 51% per le ferrovie suburbane”.
Quante sono regione per regione – Federpneus fornisce un prospetto della crescita del numero di patenti dal 2007 al 2016 a livello regionale. La regione dove il numero di patenti è aumentato maggiormente nei sei anni presi in considerazione è il Trentino Alto Adige (+23,8%), seguita poco più distante dal secondo posto della Liguria (+17,9%) e dal terzo della Lombardia (+17,4%). A seguire, poco sopra la media nazionale, l’Emilia Romagna (+17,3%), il Veneto (+16,8%), le Marche (+15,5%), il Lazio (+15,3%), l’Umbria (+14,6%) e la Sicilia (+14,5%). All’ultimo posto della graduatoria si posiziona l’Abruzzo, dove si è registrato un aumento del 4,8%. Sempre a livello regionale, la regione in cui al 2016 è presente il maggior numero di patenti è la Lombardia (6 milioni), seguita da Lazio (3,5 milioni), Campania (3,1), Veneto (3) ed Emilia Romagna (2,8).
Guidatori per fasce d’età – Ancora a proposito di patenti, una elaborazione del Centro Studi Continental su dati del Ministero delle infrastrutture e Trasporti fornisce il numero di patenti attive in ogni regione italiana per fasce di età. Si parte dai patentati di età inferiore ai 20 anni per passare poi alla fascia 20-39 anni, quindi a quella dei 40-59 e infine dagli oltre 60 anni. Come si vede nella tabella, nella media italiana le patenti dei giovanissimi costituiscono l’1% del totale, quelle dei 20-39 il 30,2%, quelle dei 40-59 il 42% e quelle degli over 60 il 26,8%. Osserviamo che Marche e Sicilia hanno la maggiore percentuale di giovanissimi mentre Emilia, Friuli, Liguria, Piemonte e Toscana hanno le più alte percentuali di anziani.
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