A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 167) di LUCIO DE SANCTIS/ Lievi aumenti nelle spese per l’auto – Bene l’alimentazione alternativa – Frenata nell’Unione europea – Meglio il possesso o il noleggio? /

di LUCIO DE SANCTIS –

Spese auto, lievi aumenti – Tra il 2015 e il 2017 i prezzi per l’assistenza auto nel nostro Paese hanno fatto registrare aumenti decisamente contenuti. Fatto 100 il dato del 2015, i prezzi nel 2017 si sono attestati a quota 102. Ciò vuol dire che in tre anni vi è stato un aumento di 2 punti percentuali. Sempre rispetto all’anno 2015, in gennaio 2018 vi è stato un ulteriore incremento di 0,6 punti percentuali, che è poi diventato di 0,8 in febbraio. Questi dati sono desunti dalle rilevazioni mensili dell’Istat dei prezzi al consumo per l’intera collettività e derivano da un’elaborazione compiuta dall’Osservatorio Autopromotec.

Come mostra la tabella, la voce dell’assistenza che ha avuto l’incremento maggiore è quella della manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto privati. Dopo l’incremento di 2,7 punti nel triennio 2015/2017, i prezzi di questo comparto hanno registrato una nuova crescita in gennaio ed anche in febbraio.

Più contenuta la dinamica dei componenti necessari per mantenere in efficienza gli autoveicoli. I prezzi dei lubrificanti hanno registrato un aumento di 1 punto percentuale tra il 2015 e il 2017, passando da quota 100 a 101. In gennaio 2018, poi, vi è stato un ulteriore incremento di 0,5 punti percentuali rispetto all’intero 2015, ma in febbraio è apparsa una lieve tendenza alla diminuzione. Per quanto riguarda i pezzi di ricambio e accessori, nel 2017 i prezzi sono aumentati sul 2015 di 0,9 punti, quindi decisamente poco, ma in gennaio 2018 vi è stata un’ulteriore crescita di 0,3 punti percentuali, che è diventata di 0,4 in febbraio. I pneumatici, invece, sono l’unico comparto dell’assistenza auto che ha registrato una diminuzione dei prezzi tra il 2015 e il 2017 (-0,3 punti). In gennaio 2018 i prezzi sono però cresciuti (+0,2 punti), salvo poi in febbraio tornare a calare (-0,1).

La crescita complessiva dei prezzi dell’assistenza auto nell’intero periodo considerato, e cioè dal 2015 ai primi due mesi del 2018, è superiore rispetto all’incremento generale dei prezzi al consumo, che è stato di 1,5 punti percentuali. È interessante notare anche l’andamento dei prezzi per l’acquisto di automobili nuove ed usate. In particolare, i prezzi delle vetture nuove hanno avuto un aumento di 1,5 punti percentuali tra il 2015 e il 2017. In gennaio 2018 si è poi registrato un ulteriore aumento dei prezzi di 0,7 punti percentuali e in febbraio la situazione è rimasta invariata. Per le automobili usate, invece, compare una tendenza alla diminuzione. In gennaio 2018 i prezzi erano più bassi di 4,3 punti rispetto al 2015 e in febbraio continuano a diminuire (-4,7 punti).

Bene le alternativeDal focus Anfia di marzo sul mercato italiano auto vi proponiamo gli elementi più interessanti dopo i primi tre mesi del 2018

*Con 213.810 nuove immatricolazioni si registra a marzo un calo tendenziale del 5,7%.

*Il mercato delle auto ad alimentazione alternativa cresce del 6,2% e conquista l’11,6% del mercato, un punto percentuale in più rispetto a marzo 2017, con circa 25mila vetture, suddivise in: 17mila auto a gas, 7.500 auto ibride e 429 auto elettriche. In forte crescita le immatricolazioni di elettriche ed ibride plug-in.

*Cala il mercato delle auto ad alimentazione tradizionale, negli altri major markets aumentano le vendite di auto a benzina.

*Le registrazioni di auto commerciali (società, noleggio e leasing) crescono del 5,5% a marzo, conquistano il 52% del mercato, confermando il sorpasso sulle vendite alle persone fisiche avvenuto già nel mese di febbraio. Le auto destinate al noleggio rappresentano a marzo il 31% del mercato, quota record per il comparto.

*I privati acquistano meno auto (-15,4% a marzo) e si orientano su auto ibride, elettriche e a metano, che registrano crescite a due cifre. Per le vendite a società, crescono le immatricolazioni di tutte le alimentazioni.

*I SUV (di tutte le dimensioni) sono l’unico segmento in crescita, +12,5%, consolidando il 34% del mercato. In calo le vendite di medie, monovolumi, utilitarie e superutilitarie.

*Cresce la media delle emissioni di CO2 delle nuove auto vendute nei primi tre mesi del 2018 rispetto ad un anno fa (+0,7 gCO2/km rispetto ad un anno fa). In Germania nel solo di mese di marzo l’aumento di CO2 delle nuove auto immatricolate è stato di 0,8 gCO2/km.

Mercato auto UE in frenata – In marzo sono state immatricolate nella UE28+Efta 1.836.963 autovetture con un calo sullo stesso mese del 2017 del 5,2%. È un risultato negativo, commenta il Centro Studi Promotor, su cui pesa sicuramente il fatto che in molti paesi le giornate lavorate nel mese sono state una o due in meno rispetto al marzo 2017. Potrebbe però esservi anche un altro fattore. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la demonizzazione del diesel potrebbe cominciare ad indurre i molti possessori di diesel pronto ormai per la sostituzione a rinviare l’acquisto della nuova auto.
Come sempre, sulle vendite nell’Unione Europea e nell’Efta la parte del leone l’hanno fatta gli acquirenti dei cinque maggiori paesi e cioè Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna con il 75,9% del totale delle immatricolazioni. Il mercato più importante in quest’area è stato, come sempre, quello della Germania. In questo paese le immatricolazioni di marzo sono state 347.433 con un calo del 3,4%, ma con due giorni lavorati in meno che complessivamente valgono circa il 9% del risultato mensile. Ne consegue che la domanda di autovetture continua ad essere ben intonata tantoché il risultato ottenuto nell’intero primo trimestre (878.611 vetture) è il migliore registrato dal 2000. Proprio in Germania però potrebbe essere cominciato l’effetto della “demonizzazione del diesel”: nel primo trimestre le immatricolazioni di auto diesel sono infatti diminuite del 21% a vantaggio soprattutto delle versioni a benzina.
Sempre fra i grandi spicca in marzo il risultato della Spagna che, nonostante due giorni lavorati in meno (che valgono circa il 9% del dato mensile), cresce del 2,1% e porta l’incremento del primo trimestre al 10,5% con tutti i canali di vendita in crescita. Bene anche il mercato francese che, a parità di giorni lavorati, cresce del 2,2% in marzo e del 2,9% nel primo trimestre. Senza infamia e senza lode il mercato italiano. Marzo chiude con un calo del 5,8%, mentre il primo trimestre limita la perdita all’1,55%.
Infine il quinto tra i grandi mercati, quello del Regno Unito, sta conseguendo i risultati peggiori. In marzo le immatricolazioni sono calate del 15,7%. Il confronto con il marzo 2017 è però non significativo perché l’anno scorso marzo fu l’ultimo mese in cui si potevano acquistare auto senza pagare la nuova pesante imposta legata alle emissioni che ha penalizzato fortemente il mercato a partire proprio da aprile 2017 e a cui si deve anche la contrazione del 12,4% nel primo trimestre 2018. Quanto agli altri 26 mercati dell’area UE28+Efta, il quadro è ovviamente differenziato: si passa dal +35,2% di Cipro al -13,2% della Danimarca. Nel complesso comunque 17 mercati su 31 sono in crescita nel primo trimestre.

Pesanti, trimestre positivo – A marzo 2018, sono stati rilasciati 2.366 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+0,5% rispetto a marzo 2017) e 2.064 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (+6%), suddivisi in 128 rimorchi (-27,3%) e 1.936 semirimorchi (+9,3%). Il mercato autocarri, pur rimanendo positivo a marzo, risulta in rallentamento rispetto ai primi due mesi dell’anno, in cui aveva registrato, rispettivamente, un incremento del 17% a gennaio e del 7% a febbraio.

Sia per gli autocarri che per i veicoli trainati si mantiene un trend positivo nei primi tre mesi del 2018, con 6.976 libretti di circolazione di nuovi autocarri, l’8% in più dell’analogo periodo del 2017, e 4.990 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (+13,9% rispetto a gennaio-marzo 2017), così ripartiti: 361 rimorchi (-7,7%) e 4.629 semirimorchi (+16%).

Il segno positivo di questi mesi è stato sicuramente supportato e influenzato dagli incentivi agli investimenti delle imprese di autotrasporto 2017, conclusi il 15 aprile. Data l’attuale situazione di incertezza politica, e per evitare che il mercato possa bruscamente arrestarsi, si auspica che il Governo in carica possa, nella sua attività di ordinaria amministrazione, pubblicare quanto prima il Decreto investimenti 2018, incrementando il sostegno a favore dei carburanti alternativi e dei rimorchi per l’intermodalità dotati di componentistica innovativa.

Ricordiamo che nel 2017 è stata particolarmente significativa (+152%) la crescita delle immatricolazioni di autocarri a metano e a gas naturale liquefatto (GNL), dato che evidenzia l’incoerenza che potrebbe avere un aumento (anziché una riduzione) delle agevolazioni all’acquisto di mezzi ad alimentazione convenzionale a discapito dei carburanti alternativi, rispetto alle importanti politiche di sostenibilità adottate negli ultimi anni.

Meglio il possesso o il noleggio? – È davvero meglio puntare sul car-sharing (o altro tipo di affitto) o rimanere ancorati al tradizionale possesso? Se lo chiedono ormai in molti e dare una risposta certa è difficile dal momento che sono diversi gli elementi in gioco, a cominciare dalla previsione di percorrenza annua. Guardiamo piuttosto come stanno andando le cose nel settore e degli affitti. Premesso che nel triennio 2015-2017 i principali servizi di mobilità condivisa hanno fatto registrare in Italia un incremento del 50% e nonostante i progressi del car sharing, la situazione cambia radicalmente da regione a regione e l’alternativa risulta possibile solo nelle poche città che ne possono usufruire in maniera strutturale. A livello generale infatti l’88% degli italiani ancora utilizza l’auto personale almeno una volta alla settimana, mentre un altro 4% vi ricorre una o due volte al mese. Il 35% va in bicicletta almeno una volta alla settimana e un altro 4% opta per una bici elettrica.

È stato calcolato che il punto di pareggio tra la convenienza delle auto condivise e quella delle auto di proprietà è fissato a circa 5.200 chilometri/anno per le vetture più piccole: nel caso in cui se ne percorrano di meno, risulta economicamente più vantaggioso utilizzare uno dei servizi di car sharing attivi nelle principali città italiane. Sopra i 5.200 chilometri è più conveniente avere una macchina privata. La soglia di convenienza però si alza al salire della categoria si veicolo: i chilometri diventano 6.000 per un’auto medio-piccola, 8.300 per una media e 11.800 per una grande. Si calcoli che la percorrenza annua media del parco circolante italiano è stimata in 10.500 km per le auto più piccole, 12.300 per le medio-piccole, 14.400 per le medie e 16.900 per le grandi.

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