A metano vacanze cheap – Più di 200 euro: a tanto può arrivare il risparmio se durante le ferie estive si utilizza un’auto a metano anziché una a benzina. L’Osservatorio Federmetano ha realizzato alcune elaborazioni sulla spesa per il carburante necessaria per raggiungere con un’auto di media cilindrata alcune delle più rinomate località balneari italiane. Ecco alcuni esempi, tratti dalla tabella allegata. Chi va da Milano a Ostuni, fra andata e ritorno, percorre 1.924 chilometri, con una spesa per il carburante di 327 euro con un’auto a benzina e di 126 euro con un’auto a metano e un risparmio di 201 euro a favore del metano. Per andare e tornare da Roma a Taormina i chilometri da percorrere sono 1.512. In questo caso la spesa per la benzina è di 257 euro, mentre col metano se ne spendono solo 99, con un risparmio di 158 euro. Da Bologna a Tropea, con il metano si risparmiano 206 euro. L’ultimo tragitto preso in considerazione va da Bari ad Alassio, per un totale di 2.090 chilometri tra andata e ritorno. La spesa per il carburante è di 355 euro con la benzina e di 137 euro con il metano, e il risparmio a favore del metano è di ben 218 euro.
Auto, trend positivo – Continua da 13 mesi il trend positivo del mercato dell’auto in Italia, con giugno che cresce del 14,4% rispetto allo scorso anno e raggiunge il sesto incremento consecutivo a doppia cifra. Il risultato del mese beneficia di un giorno lavorativo in più, al netto del quale si sarebbe confermato il rallentamento della crescita già notato in maggio. Il canale privati, in crescita del 27,3% registra l’evasione del portafoglio creato con le fortissime, ma necessariamente limitate, azioni commerciali messe in campo dalle Case Costruttrici con le loro Reti di vendita. Si contrae il noleggio che flette dell’1,1%, in particolare a causa del calo di oltre il 13% del breve termine, avendo esaurito il bisogno di alimentare il parco, ed anche il segmento delle società (-6,5%) a fronte delle concomitanti scadenze fiscali. Secondo i dati diffusi a inizio luglio dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le vetture immatricolate in giugno sono state 146.682, rispetto alle 128.272 dello stesso periodo 2014. Il 1° semestre archivia un incremento del 15,2%, in linea con l’andamento dei primi 5 mesi, con 872.951 autovetture immatricolate, rispetto alle 758.064 del gennaio-giugno 2014. La raccolta contratti, inoltre, frutto di un primo scambio di informazioni fra UNRAE e ANFIA, conferma il rallentamento indicato, con circa 127.000 contratti, in crescita del 9% rispetto a giugno 2014, e un incremento nel primo semestre del 16,5% con circa 880.000 unità complessive.
Solo un primo passo – “A proposito del crescendo ‘rossiniano’ del mercato auto a giugno, si tratta – ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – di un primo passo importante nel cammino per ritornare a livelli fisiologici per il mercato italiano, cammino che è sicuramente ancora lungo”. Il risultato del primo semestre 2015 è dovuto all’inizio dell’anno soprattutto agli acquisti delle aziende e a quelli per noleggio. Con il passare dei mesi è cresciuto però anche il peso degli acquisti dei privati. E a questo proposito va segnalato un fenomeno nuovo: il crescente ricorso proprio dei privati al noleggio a lungo termine. Questa formula ha avuto grande fortuna soprattutto nelle flotte aziendali, ma ora sta crescendo anche nelle scelte delle piccole imprese, del “popolo delle partite Iva” ed anche, come si diceva, in quelle dei privati che vedono nel noleggio a lungo termine una soluzione molto conveniente per disporre di una vettura senza acquistarla, ma semplicemente pagando una rata, che, in genere, comprende anche tutte le spese di gestione tranne il carburante. Nonostante il bilancio positivo del primo semestre, le valutazioni degli operatori raccolte tra l’inchiesta congiunturale mensile del Centro Studi Promotor condotta a fine giugno non sono particolarmente ottimistiche. Viene in particolare segnalato un rallentamento nell’affluenza di visitatori negli show room dei concessionari e nella raccolta di ordini. Ed anche le previsioni a breve termine sono improntate alla cautela.
Fiat in testa negli MPV – Negli anni Duemila si è diffusa l’etichetta di Multi-Purpose Vehicle (MPV), che descrive un’auto a metà strada tra la monovolume e la familiare. Nei paesi anglosassoni la categoria è definita minivan. E’ spesso difficile (un po’ come per il “crossover”) capire se un veicolo possa avere quest’etichetta o meno. Ci sono però alcune auto che senza dubbio fanno parte della categoria. Autouncle.it ha raccolto nella tabella che pubblichiamo gli MPV più venduti negli ultimi due mesi. I primi posti sono occupati da MPV italiani. Al primo posto c’è una delle auto “simbolo” della rinascita Fiat negli ultimi anni. Secondo posto per il Doblò, che può essere considerato l’erede del Fiorino e che percorre la strada intrapresa da piccoli veicoli commerciali come Renault Kangoo e Citroën Berlingo. Uscito nel 2000, è caratterizzato da un abitacolo molto spazioso e flessibile. Chiude il podio la Fiat Multipla, nella sua seconda versione prodotta fino al 2010. E’ la più “vecchia” della classifica ed è una delle auto italiane più famose di sempre, il cui nome era un omaggio all’antenata omonima prodotta dal 1956 al 1965.
Primo trimestre meno incidenti – Da gennaio a marzo 2015 gli incidenti sulle autostrade italiane sono diminuiti del 5,7%. Si tratta di un dato positivo, che assume un valore ancora maggiore se si considera che nello stesso periodo il traffico sulle autostrade è aumentato dell’1,5%. Questi dati provengono da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Aiscat (Associazione Italiana Concessionarie Autostrade e Trafori). Nel solo mese di marzo la riduzione degli incidenti è pari al 10,1% rispetto allo stesso mese del 2014, mentre l’aumento del traffico è stato dell’1,7%. Per quanto riguarda l’aumento del traffico, è da segnalare che nei primi tre mesi del 2015 vi è stata una crescita maggiore nel comparto dei veicoli pesanti (+2%) rispetto al comparto dei veicoli leggeri (+1,3%). Nel nostro Paese, quindi, anche i trasporti pesanti di merci e persone tornano a crescere, probabilmente anche n virtù di un rinnovato clima di fiducia nella ripresa economica.
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