Stop anche all’Euro 5 – Per la prima volta, a Roma, c’è stato lo stop alle auto Euro 5, provvedimento che non ha fatto e non farà felici i possessori che l’Euro 5 l’hanno appena acquistata. Nelle domeniche ecologiche, quindi, i romani saranno costretti ad andare a piedi il prossimo 17 gennaio, 21 febbraio e 13 marzo 2016 ma non è detto che l’amministrazione capitolina sia l’unica città d’Italia a imporre il divieto di circolazione di queste auto. Molte grandi città, infatti, potrebbero prendere esempio da Roma. Se quindi vi state apprestando ad acquistare un’auto nuova tenete ben presente che il fermo a diesel e benzina Euro 5 è anche imposto nella Fascia Verde anche nel giorno del blocco traffico a targhe alterne come è stato per lo scorso 16 e 17 novembre 2015.
Patenti, più giovani al sud – Nel nostro Paese i patentati che hanno meno di venti anni sono l’1% sul totale di quanti hanno una patente, e cioè 38.475.010. I dati regionali sulla suddivisione percentuale dei patentati per fasce d’età evidenziano che in generale nelle regioni del sud Italia la percentuale di patentati con meno di 20 anni è maggiore rispetto alla media nazionale (unica eccezione è la Sardegna). Nelle regioni del nord Italia, invece, la percentuale di patentati con meno di 20 anni è generalmente minore rispetto alla media nazionale, seppur con le eccezioni di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. A livello nazionale i patentati che hanno tra 20 e 39 anni sono il 30,2% del totale; quelli tra 40 e 59 anni sono il 42% del totale, mentre quelli che hanno 60 anni o più sono il 26,8% del totale. Questi dati provengono da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A incidere sulla maggior percentuale di patentati con meno di 20 anni al sud è sicuramente la mancanza dei trasporti pubblici, che non rappresentano un’alternativa praticabile all’uso di mezzi privati motorizzati. Vi è inoltre da tenere presente che nelle regioni meridionali vi è una popolazione mediamente più giovane rispetto al resto d’Italia.
L’elaborazione del Centro Studi Continental fornisce anche una graduatoria delle prime venti province italiane in cui è presente la percentuale maggiore di patentati con meno di 20 anni. La provincia con la percentuale maggiore è Ragusa (2,4%). E’ la Sicilia, in generale, la regione con la maggiore percentuale di patentati con meno in 20 anni. Infatti, nella graduatoria provinciale a Ragusa seguono Agrigento (2,1%), Siracusa (2%) e Trapani (1,8%). Ci sono anche altre province siciliane in questa graduatoria: Caltanissetta (1,6%) ed Enna (1,3%). Le province del nord Italia, invece, sono solo tre su venti: Sondrio (1,7%), Cuneo (1,4%) e Verbano, Cusio, Ossola (1,4%).
Va meglio ai meccanici – La ripresa dell’economia non spinge soltanto gli acquisti di nuove auto ma ha effetti positivi anche sull’attività delle officine di autoriparazione. Da un’inchiesta condotta dall’Osservatorio Autopromotec emerge che nel 2015 il fatturato del settore è in crescita per il 38% degli operatori, stabile per il 50% e in calo soltanto per il 12%. Questi risultati sono radicalmente diversi da quelli ottenuti in inchieste analoghe condotte negli anni della crisi che ci stiamo lasciando alle spalle. Nel 2012 ad esempio la quota di autoriparatori che denunciava un giro di affari in calo era pari al 49%. Il 2012 d’altra parte è stato l’anno peggiore dall’inizio della crisi del 2008. Il ritorno in recessione dell’economia italiana, dopo la modesta ripresa che si era verificata tra il 2009 e la prima metà del 2011, determinò, infatti, un forte calo della fiducia dei consumatori. Tra le conseguenze di questa situazione vi fu anche il rinvio di moltissime spese non ritenute assolutamente indispensabili e tra queste anche di parte di quelle per la manutenzione delle autovetture. Non a caso nel 2012, secondo le stime dell’Osservatorio Autopromotec, si registrò un calo di ben il 10,5% nella spesa per l’autoriparazione, che passò dai 30,093 miliardi del 2011 a 26,929 miliardi. Nel 2013 vi fu un altro piccolo calo (-1,1%), ma nel 2014 è iniziato il recupero con una crescita dell’1,9%. Il fatturato del settore è salito così a 27,136 miliardi. Per il 2015 l’Osservatorio Autopromotec prevede che si possano superare i 28 miliardi di euro.
ACI vuole nuovo Codice Stradale – Serve un nuovo Codice della Strada perché quello vigente è sempre meno rispettato, perfino dalle Amministrazioni locali. Lo rileva l’Automobile Club d’Italia all’esordio della 70a Conferenza del Traffico e della Circolazione, i cui lavori sono centrati sul nuovo Codice in discussione al Parlamento. L’incremento delle sanzioni per infrazioni (+21% negli ultimi sei anni) e la battuta di arresto della riduzione delle vittime della strada (-0,6% nel 2014 rispetto al 2013, a fronte di un complessivo -52% dal 2000) misurano il calo d’interesse degli automobilisti verso l’insieme di norme che regolano la mobilità, al quale va aggiunta la diffusa inosservanza delle Amministrazioni locali dell’articolo 208 del CdS, secondo il quale almeno il 50% dei proventi delle multe deve essere reinvestito a favore della mobilità.
“I soldi per la sicurezza stradale ci sono – dichiara il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani – ma troppi Comuni destinano ad altre voci quanto previsto dalla legge a favore degli automobilisti. Per garantire l’osservanza della norma è opportuno prevedere pesanti misure sanzionatorie per le Amministrazioni inadempienti. Tutto ciò può essere ben evidenziato in un nuovo Codice della Strada più snello e semplice, con poche ma chiare norme di comportamento per gli utenti, che rimandi a specifici regolamenti il corposo insieme di dettati tecnici sulle caratteristiche delle strade e dei veicoli”.
Meno traffico pesante ma ancor meno incidenti – Nei primi sei mesi del 2015 sulle autostrade italiane sia il traffico di veicoli pesanti sia il numero d’incidenti in cui sono coinvolti tali veicoli sono diminuiti considerevolmente rispetto allo stesso periodo di dieci anni fa, e cioè del 2006. Il calo del numero d’incidenti in cui sono coinvolti i veicoli pesanti, però, è stato molto maggiore rispetto al calo del traffico di questi veicoli. Infatti, fatto 100 il dato dei primi sei mesi del 2006, il livello di traffico di veicoli pesanti in autostrada da gennaio a giugno 2015 è stato 88,8, mentre il livello degli incidenti in cui sono coinvolti questi veicoli è stato 64,7. Ciò vuol dire che in dieci anni il traffico è calato di 11,2 punti percentuali, mentre il numero d’incidenti è diminuito di 35,3 punti percentuali. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati di Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori). L’elaborazione evidenzia anche che il calo del traffico e degli incidenti in cui sono coinvolti veicoli pesanti è durato sino al 2013. Da allora è in atto una ripresa: molto lieve per il traffico (3,3 punti percentuali fino al 2015) e più accentuata per quanto riguarda il numero d’incidenti (15,8 punti percentuali fino a metà di quest’anno).
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