Quante auto compriamo davvero – Gli italiani che hanno comprato un’auto nel 2015 sono stati 4milioni e 200mila (compresi gli acquisti fatti dalle imprese destinati comunque a una persona fisica). È un ritorno sopra la soglia dei 4 milioni, dopo tre anni difficili, con acquisti intorno a 3,8 milioni l’anno. La cifra del 2015 appare fuori misura per i costruttori che considerano solo chi compra il nuovo, mentre va considerato acquirente anche chi ha comprato un usato.
Quelle che vi mostriamo sono dunque le cifre aggregate degli acquisti nuovo e usato. Nell’aggregare le vendite bisogna fare attenzione a non sommare due volte le km0. Un’auto a km0 significa esattamente che nessuna persona la userà da nuova, dopo l’immatricolazione, mentre la prima volta che qualcuno la guiderà sarà dopo averla acquistata come usata. Ognuno può fare i conti a modo proprio ma visto che le vendite hanno importanti indicatori economici della domanda, bisogna misurarle bene.
Aria d’Europa meno sporca – Sono ancora in diminuzione le emissioni di gas nocivi per il clima nei paesi dell’UE. Lo segnala Avvenia (www.avvenia.com), il player italiano leader della white economy e dell’efficienza energetica, che, considerando i valori delle emissioni di gas a effetto serra del 2011 e calcolando le proiezioni per il 2016, ha stilato una graduatoria dei Paesi dell’Ue che hanno tagliato in maniera più considerevole le emissioni di CO2. Le proiezioni per il 2016 di Avvenia mettono così in evidenza una riduzione delle emissioni per l’Italia del 20% rispetto a 6 anni fa. Il nostro Paese si colloca infatti al terzo posto in Europa dietro, a sorpresa, alla Grecia con un taglio delle emissioni del 25% e all’Ungheria con un taglio del 22,5%.
Tra i paesi più industrializzati il nostro Paese è primo assoluto, poiché gli altri si collocano molto indietro in questa graduatoria, con performance addirittura negative, come nel caso della Francia che si colloca al ventitreesimo posto con un aumento delle emissioni del 2,2%, della Germania ventiseiesima con un aumento delle emissioni del 7% e del Regno Unito che, con un aumento delle emissioni del 9,3%, è ventisettesimo.
Ottime performance dunque per l’Italia dove, secondo le analisi di Avvenia, anche il consumo finale di energia si conferma tra i più bassi in Europa e nel mondo. Il valore pro-capite nel nostro Paese è infatti pari a 2,4 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep), mentre nel Regno Unito questo valore sale a 3 Tep, in Francia a 3,7 Tep e in Germania addirittura a 3,8 Tep.
In quanto a valori assoluti calcolati in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) a consumare di più è sempre la Germania, con 304 Mtep di consumo di energia primaria stimato per il 2016, seguita dalla Francia a quota 245 Mtep e dal Regno Unito a quota 189 Mtep.
Bene l’Italia nel plein air – Nel 2014 in Italia sono stati immatricolati 4.314 veicoli per turismo itinerante, di cui 866 caravan (roulotte) e 3.448 autocaravan (camper). Grazie a questo dato l’Italia si colloca all’ottavo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi europei per immatricolazioni di veicoli per turismo itinerante.
A precedere l’Italia in questa graduatoria sono Germania (a quota 42.947 immatricolazioni), Regno Unito (27.203), Francia (23.243), Svezia (7.605), Paesi Bassi (6.618), Norvegia (4.985) e Svizzera (4.750). Come emerge dalle tabelle, in Italia le immatricolazioni di autocaravan sono molto di più rispetto alle immatricolazioni di caravan. Nella speciale graduatoria sulle sole immatricolazioni di autocaravan, infatti, l’Italia si piazza al quinto posto, alle spalle di Germania, Francia, Regno Unito e Svezia. Per quanto riguarda le immatricolazioni di caravan, invece, l’Italia ottiene l’undicesimo posto della graduatoria, precedendo soltanto Austria, Finlandia, Slovenia e Portogallo. Questi dati derivano da un’elaborazione di Federpneus su dati provenienti dalla European Caravan Federation.
Il settore dei veicoli per turismo itinerante ha subìto una frenata negli ultimi anni a causa della congiuntura economica non favorevole, ma l’industria italiana di caravan e autocaravan continua ad essere vitale, grazie alle esportazioni. Infatti, secondo gli ultimi dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2014 l’Italia ha esportato l’83% della sua produzione, contro il 74% nel 2012. Vi è stato quindi un aumento delle esportazioni del 9% in due anni.
Ma non è solo l’export ad essere molto sviluppato. Anche l’offerta turistica del nostro Paese ha nel turismo all’aria aperta uno dei suoi punti di forza. Sono circa 5,7 milioni, infatti, secondo le stime APC (Associazione Produttori Caravan e Camper), i turisti italiani e stranieri che ogni anno percorrono le strade della Penisola in caravan o autocaravan. Questi flussi rappresentano l’11% del movimento turistico italiano ed estero nel nostro Paese e producono annualmente una spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro (stime del Cesit).
Connessione, pro e contro – Il mercato delle connected cars, che nel 2018 varrà 40 miliardi di euro, è in forte espansione. Nel 2015, secondo una ricerca della McKinsey&Company, il 37% dei consumatori ha dichiarato che opterebbe per una connected car, cioè quei veicoli il cui sistema di comunicazione permette l’invio e la ricezione di dati senza collegarsi necessariamente ad un dispositivo mobile. Una connected car dialoga direttamente con il cloud, con altre automobili, con altri dispositivi, con app, con la casa madre, con infrastrutture e con i dispositivi di domotica. Una conntected car è sempre connessa al web per dare al conducente informazioni: non solo aggiornamenti in tempo reale sul traffico e sul meteo, ma anche la possibilità di ascoltare musica in streaming, accedere direttamente ai social network, tutto in maniera contactless affinché il conducente abbia sempre le mani sul volante. I vantaggi di una auto connessa? Innanzitutto la riduzione delle distanze uomo-macchina attraverso i comandi vocali o alle modalità contactless, quindi meno distrazioni alla guida e maggior risparmio di tempo, dal momento che il conducente non perde più tempo per trovare informazioni utili durante il viaggio, ma avrà accesso diretto agli aggiornamenti in tempo reale dal monitor dell’auto. Più informazioni in real time in un unico display. Altro vantaggio, la casa madre potrebbe ricevere in tempo reale informazioni sullo stato di salute del veicolo. Unico svantaggio i cyber attacchi. Nell’estate 2015 alcuni hacker sono riusciti ad accedere al sistema di infotainment Uconnect di un veicolo Jeep Cherokee. La FCA si è prodigata per ritirare immediatamente dal mercato 1.4 milioni di veicoli per risolvere il problema. Questo è solo uno dei casi che vedono le connected cars bersaglio di cyber attacchi.
Multa? Meglio il preservativo – Un automobilista londinese che aveva parcheggiato malissimo la sua auto, si è ritrovato un biglietto davvero singolare sul parabrezza, probabilmente messo lì da un passante che alla vista dell’auto, invece di andare su tutte le furie per come era parcheggiata male, ha ben pensato di prenderla con humor. “Bel parcheggio! Per favore, non riprodurti. Saluti, l’umanità” ha scritto il misterioso passante, attaccando al biglietto un preservativo.
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