Commerciali, maggio d’oro – Secondo le stime UNRAE, a maggio sono stati immatricolati 15.208 veicoli commerciali (autocarri con ptt fino a 3,5t), rispetto agli 11.042 dello stesso periodo 2015. La crescita del 37,7% di maggio consente ai primi 5 mesi di archiviare 69.358 unità vendute, quasi 17.000 in più delle 52.602 vendute nel gennaio-maggio 2015. “L’UNRAE conferma l’efficacia delle norme di defiscalizzazione introdotte nell’ultima parte del 2015 con il super-ammortamento – dichiara Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – e ribadisce che, come per le autovetture, è necessaria la proroga della misura per almeno un altro anno anche per i veicoli commerciali, accompagnando in modo strutturale il trend del mercato. Da sottolineare che sull’andamento delle vendite, in particolare dei veicoli allestiti, stanno agendo in modo deciso anche alcune commesse di aziende a partecipazione pubblica. Considerando che gli effetti di entrambe le misure si protrarranno per tutto il 2016, anche se più attenuati, e che sussiste una forte esigenza di rinnovo del parco, riteniamo che il mercato dei veicoli commerciali a fine anno possa raggiungere le 165.000 unità, in crescita di circa il 23%”
SUV e ibride vanno alla grande – Gli ultimi dati Unrae confermano che nei primi cinque mesi dell’anno una vettura venduta su quattro è un SUV o un crossover. Altri top sono rappresentati dalle ibride, che crescono sensibilmente, e dalle SW, che reggono bene. Le monovolume e le auto a gas stanno invece in ribasso. Nel comparto dei SUV le diverse novità di prodotto presentate negli ultimi tempi non riguardano solamente i marchi generalisti, ma anche modelli premium, come Maserati Levante o la nuova BMW X1. Le station wagon dunque reggono bene il colpo: i buoni risultati sono stati determinati, in particolare, dalla nuova A4 Avant e dalle versioni familiari di Peugeot 308, Volkswagen Passat, Ford Focus, Renault Clio, e BMW Serie 3. Le monovolume sono calate nonostante il buon impatto di alcuni modelli della categoria. Da qualche tempo, questa tipologia di auto sembra soffrire molto il boom dei Suv , esteticamente più sportivi e accattivanti. Quanto alle ibride i dati Unrae indicano una crescita nei primi mesi dell’anno supera il 50% e la quota di market share è arrivata al 2% sia a livello generale, sia nel comparto del noleggio. Male infine le immatricolazioni delle auto a gas (GPL e metano) che a maggio hanno perso il 20%. Merito anche del diesel, che resta l’alimentazione più apprezzata nei parchi delle imprese.
I dubbi sulle elettriche – L’80% dei gestori di flotte aziendali adotterebbe auto elettriche nella flotta se ci fossero incentivi o progetti di collaborazione con società energetiche per l’impianto delle colonnine di ricarica. È un dato che emerge da un’inchiesta condotta dal Centro Studi Auto Aziendali su un campione di fleet manager di aziende di piccole, medie e grandi dimensioni che operano in Italia. Dall’indagine sull’uso di auto elettriche nelle flotte aziendali emerge anche che quasi il 70% dei fleet manager interpellati (per la precisione il 69,4%) pensa in futuro di utilizzare auto elettriche nella sua flotta. Oggi, però, il livello di conoscenza di queste vetture da parte dei manager non è alto. Infatti il 27,4% del campione ha dichiarato di avere un basso livello di conoscenza delle auto elettriche, il 54,1% un livello medio e solo il 18,5% ha dichiarato di avere un buon livello di conoscenza delle elettriche. Il 53,6% degli intervistati ha comunque dichiarato di credere che l’utilizzo di auto elettriche possa incidere positivamente sulla riduzione dei costi, mentre il 46,4% non crede che questo sia possibile. Tra gli svantaggi individuati vi sono la ridotta durata delle batterie e quindi una percorrenza chilometrica non ancora soddisfacente, l’esiguo numero dei punti di ricarica, i canoni di noleggio ancora elevati, l’eccessiva durata del processo di ricarica della batteria e la rete di assistenza poco diffusa.
Più vittime in Europa – Da un comunicato dell’ACI si apprende che è tornato a salire, per la prima volta dal 2001, il numero delle vittime di incidenti stradali in Europa. Nel 2015, infatti, sulle strade della UE, 26.300 persone hanno perso la vita (in media 70 al giorno): l’1,3% in più rispetto all’anno precedente. Nel nostro Paese – sulla base di stime preliminari ACI-Istat – la percentuale risulta del +1,4%: 3.430 le vittime (quasi 10 al giorno), 49 in più rispetto al 2014. Lo rileva la decima edizione del Road Safety Performance Index Report (il programma di valutazione dei progressi in materia di sicurezza stradale, al quale partecipa anche l’ACI), realizzato dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC). Sono tre, secondo l’analisi di ETSC, le cause che rischiano di impedire all’UE di raggiungere l’obiettivo di ridurre del 50%, entro il 2020, il numero delle vittime degli incidenti stradali: la diminuzione dei controlli sulle violazioni al Codice della Strada, i mancati investimenti in infrastrutture più sicure e gli interventi limitati nel contrasto a velocità e alcool.
La migliore prestazione in assoluto (se si esclude il -20,4% della Norvegia, che non fa parte della UE) è quella dell’Estonia: -14,1%, seguono l’Irlanda (-14%), la Lettonia (-11,3%) e la Lituania (-11%). Bene anche la Polonia (-8,2%), riduzioni meno significative, invece, in Svezia (-4,1%), in Danimarca (-2,7%) e in Portogallo (-1,7%). Ci sono, però, Paesi che hanno fatto registrare preoccupanti percentuali di crescita a doppia cifra: Cipro, ad esempio, dove, nel 2015, i morti sulle strade sono aumentati del 26,7%, il peggiore risultato tra i 28. Aumenti non confortanti anche in Finlandia (+13,5%), in Croazia (+13%), in Slovenia (+11%), in Austria (+10,5%) e a Malta (+10%). In linea con la media europea, invece, la Grecia (+1,3) e l’Italia (+1,4), situazione invariata in Spagna, unico Paese a “crescita zero”.
I confini degli ausiliari – Le multe degli ausiliari del traffico possono anche non essere valide. Gli ausiliari del traffico hanno infatti il compito di accertare le violazioni della sosta esclusivamente nell’area di parcheggio delle strisce blu o in quella adiacente, quindi tutte le infrazioni commesse al di fuori di queste ultime, non possono essere multate da questi speciali agenti. Insomma, gli ausiliari possono sanzionare tutto quello che riguarda le strisce blu e non tutti gli altri tipi di violazione. Quindi se parcheggiate sul marciapiede, sulle strisce gialle o davanti un passo carrabile, gli ausiliari non possono fare le multe (ma possono comunque chiamare i vigili urbani). Bisogna comunque sottolineare che se il vostro mezzo ostacola il parcheggio, la manovra o la circolazione nelle corsie riservati a taxi e mezzi pubblici allora la multa è valida.
Tecnologie crescono – Entro il 2021 il mercato globale delle tecnologie per la connettività in auto varrà circa 122,6 miliardi di euro, contro i 41 miliardi stimati nel 2016. Vi sarà pertanto un incremento di 82,3 miliardi di euro (+204,2%). Questa previsione deriva da uno studio di PwC, società di consulenza internazionale, ed è stata elaborata è resa nota dall’Osservatorio Autopromotec.
Dallo studio emerge che nei prossimi 5 anni la crescita del mercato globale delle auto connesse, in termini di valori assoluti, sarà maggiore nel settore delle tecnologie applicate alla sicurezza dei passeggeri e in generale alla sicurezza stradale (sistemi di prevenzione delle collisioni, frenate automatiche, rilevazione preventiva di ostacoli e pedoni, etc.), con 33,8 miliardi in più, pari ad un incremento del 218,1%. Sarà in forte crescita anche il settore delle tecnologie applicate alla guida autonoma dei veicoli (vale dire la facoltà dell’auto di guidarsi da sola senza il coinvolgimento del conducente), che registrerà un aumento di 30,1 miliardi di euro. Un andamento particolarmente positivo, poi, caratterizzerà l’offerta di contenuti di intrattenimento digitali a bordo (+7,4 miliardi), quindi tutto ciò che è notizie, meteo, musica in streaming, interazioni social, servizi di navigazione intelligente, etc. A seguire, una crescita significativa riguarderà pure i dispositivi che aumentano il comfort di guida (+5,6 miliardi) e i sistemi di gestione elettronica del veicolo (+4,7 miliardi). Fanno parte di queste ultime due categorie, ad esempio, i controlli vocali in remoto, i sistemi di identificazione del conducente basati sui segnali del suo comportamento alla guida, i sistemi di controllo della velocità e di monitoraggio del veicolo (tachigrafo, diagnostica del veicolo, sistemi di allarme).
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