Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il premier libico Serraj hanno firmato a palazzo Chigi il Memorandum di intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo del contrasto dell’immigrazione illegale, al traffico degli esseri umani, al contrabbando e al rafforzamento delle frontiere tra la Libia e l’Italia. “Deve essere chiaro che il memorandum che abbiamo firmato riguarda il nostro impegno per rafforzare le istituzioni libiche nel contrasto all’immigrazione clandestina. Parliamo ad esempio di polizia di frontiera, questo è solo un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare”. Lo afferma il premier Paolo Gentiloni a palazzo Chigi dopo l’incontro con il premier libico Serraj.
Serraj,missione navale Ue non entrerà in acque libiche – “Non è vero che consentiremo l’ingresso della missione navale europea Sophia nelle nostre acque territoriali. Vogliamo un comando unico congiunto per ammodernare la flotta libica perché possa svolgere il suo ruolo nelle acque libiche”. Lo ha detto il premier libico Fayez al Serraj dopo un incontro con il collega Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi
Paolo Gentiloni è stato chiamato al telefono da Malta dai vertici dell’Ue che si sono voluti congratulare con lui per l’accordo firmato con il premier libico al-Serraj sui migranti. Lo si apprende da fonti di governo. Il presidente del Consiglio italiano ha ricevuto la telefonata di Joseph Muscat, primo ministro di Malta e presidente di turno dell’Ue, Jean Claude Juncker, presidente della Commissione, Donald Tusk, presidente del Consiglio Ue e Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento.
“La Ue ha dimostrato di essere capace di chiudere le rotte di migrazioni irregolari, come ha fatto nella rotta del mediterraneo orientale. Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all’Italia. Ho parlato a lungo col premier Gentiloni ieri e posso assicurare che possiamo riuscirci. Quello che serve è la piena determinazione a farlo. Lo dobbiamo prima di tutto a chi soffre e rischia la vita, ma lo dobbiamo anche agli italiani e a tutti gli europei”. Così Donald Tusk dopo l’incontro col premier libico Fayez al Serraj.
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