Un pre-accordo è stato raggiunto tra governo e sindacati sull’Ape, l’Anticipo pensionistico che, dall’anno prossimo, consentirà ad alcune categorie di lavoratori di poter andare in pensione a 63 anni di età, quindi con un anticipo di 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia, pagando un certo prezzo in termini di taglio del trattamento pensionistico. Lo hanno riferito i sindacati dopo l’incontro con il governo, spiegando che questa è una “mediazione arrivata oggi”. Il periodo di sperimentazione del sistema dovrebbe essere di 2 anni. Per le categorie disagiate l’anticipo dovrebbe essere sostanzialmente gratuito ma solo per pensioni inferiori a 1.200 euro netti.
Potranno quindi uscire dal lavoro nel 2017 coloro che sono nati fino al 1954, una volta compiuti 63 anni. Per chi ha un lavoro l’anticipo sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione mentre, per coloro che sono disoccupati e non hanno ammortizzatori sociali, l’anticipo sarà gratuito (purché l’importo della pensione non sia superiore ai 1200 euro netti).
Nell’incontro di oggi con il sottosegretario Nannicini – secondo quanto hanno spiegato i sindacati – si è discusso anche di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni che dall’anno prossimo non dovrebbero essere più onerose. Dovrebbero allargarsi le maglie, inoltre, per quanto riguarda le attività usuranti facendo rientrare probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, maestre d’asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse confermando l’intenzione di intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese.
I termini dell’accordo dovrebbero essere fissati in un incontro finale che dovrebbe svolgersi entro la fine del mese di settembre.
Commenta per primo