La cultura politica italiana ha perduto una delle figure più acute e brillanti degli ultimi decenni: si è spento Giovanni Sartori, studioso e polemista, inventore, nei suoi editoriali per il Corriere della sera, di alcuni fantasiosi neologismi che sono entrati prepotentemente a far parte del vocabolario politico e giornalistico, come, tanto per citarne due tra i più famosi e attuali, come Mattarellum e Porcellum, straordinaria sintesi di due sistemi elettorali che hanno contribuito, nel bene o nel male, a formare gli ultimi parlamenti italiani. Sartori può essere oggi considerato uno dei principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, dei sistemi di partito e dell’ingegneria costituzionale nel mondo accademico internazionale.
Il 13 maggio avrebbe compiuto 93 anni, ma fino a qualche mese fa Giovanni Sartori ci aveva illuminato con le sue analisi politiche: mai convenzionali, mai scontate, sempre lungimiranti, puntualmente caustiche.
Nato a Firenze nel 1924, si laureò nel 1946 alla Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’università fiorentina, dopo essere stato chiamato alle armi nel settembre del 1943 dalla Repubblica sociale, ma, come racconta lui stesso, passò “un anno e mezzo nascosto in una stanza” a leggere tutti i libri che riuscì a procurarsi: Croce, Gentile, Hegel, Kant, tutte letture che costituirono la base dei suoi successivi corsi universitari di Storia della Filosofia moderna, materia che insegnò come professore incaricato al “Cesare Alfieri” tra il 1950 e il 1956. Quell’anno passò all’insegnamento Scienza della Politica, una nuova materia appena inserita nello statuto della Facoltà fiorentina, incarico che lasciò quando nel 1963 vinse il primo concorso di Sociologia indetto in Italia e fu chiamato a Firenze alla cattedra di Sociologia applicata. Nel frattempo aveva conseguito la libera docenza in Storia della Filosofia Moderna, e poco dopo di Dottrina dello Stato. Fu anche preside della Facoltà di Scienze Politiche di Firenze nel triennio “rivoluzionario” 1969-1971, ottenendo dal presidente della Repubblica la medaglia d’oro per meriti culturali ed educativi. Ha ricevuto la carica di Albert Schweitzer Professor in the Humanities alla Columbia University di New York.
Nel 1971 fondò la Rivista italiana di scienza politica, di cui è stato direttore fino al 2004. Dall’inizio degli anni novanta riprende il ruolo di editorialista del Corriere della sera, che aveva ricoperto già negli anni da 1968 al 1972.
Dal 2002 ha fatto parte dei garanti dell’associazione Libertà e Giustizia, dalla quale si è dimesso nel 2005, in polemica con l’intenzione (poi ritirata) di Carlo De Benedetti, promotore dell’associazione, di aprire a Silvio Berlusconi un fondo d’investimento da lui progettato.
Sposato con la nobildonna Giovanna di San Giuliano, successivamente si è unito in matrimonio con la pittrice Isabella Gherardi nell’ottobre del 2013.
Il 12 maggio 2016 gli è stata dedicata una sala nella Biblioteca del Senato, alla quale ha donato un fondo librario.
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