E’ morto questa sera a Roma il giornalista Oliviero Beha. Lo annuncia la figlia Germana: “E’ stato un male molto veloce.- spiega- Papà se n’è andato abbracciato da tutta la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”.
Brillante giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e soprattutto radiofonico, Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949. Lascia la moglie Rosalia, i figli Saveria, Germana e Manfredi, e il nipotino Michele.
Dopo gli esordi nel 1973 a Tuttosport e a Paese Sera Beha era passato nel ’76 a Repubblica, come inviato, occupandosi di sport e società fino al 1985. Il lavoro con la tv arriva nel 1987 con Andrea Barbato a Va Pensiero, contenitore culturale della domenica di Rai3.
Tante, negli anni, le trasmissioni di successo: da Radio Zorro, premiato programma di servizio di Radio Rai, a La Gazzetta dello spot su Rai3 (tra l’89 e il 1990), ad Attenti a quei tre, a Radio a colori, fino a Brontolo, settimanale in onda su Rai3 dal 2010 , dedicato all’approfondimento politico e sociale. Tra il 2005 e il 2008 ha collaborato con l’Unità, e dal 2009 è stato editorialista del Fatto quotidiano, per il quale aveva scritto il suo ultimo articolo lunedì scorso. Beha è stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta.
Il giornalismo perde il suo “Brontolo”
SILVIA LAMBERTUCCI su Ansa.it ha scritto di lui:
«Amato e odiato, tante volte premiato per i suoi libri, le trasmissioni in radio e in tv, i saggi critici. Ma anche censurato e osteggiato, spesso in polemica. Oliviero Beha, morto questa sera a Roma a 68 anni, era un po’ così. In qualche modo un Brontolo, dal titolo di una sua fortunata trasmissione su Rai 3, chiusa tra le polemiche nel 2013. Giornalista, ma anche scrittore, saggista, autore teatrale – grande amico di Albertazzi che ha salutato solo un anno fa – è stato un lettore attento e caparbio della società e spesso una voce contro. Dopo l’esordio a TuttoSport e Paese Sera, i tanti anni a Repubblica, l’impegno in televisione e in radio, attualmente era editorialista de Il Fatto Quotidiano. E autore di un seguito blog, che ha aggiornato fino a ieri con un post dedicato ai tg, (“le parole sono importanti”) e al modo in cui è stata raccontata l’esplosione di un rudimentale ordigno a Roma. Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, “è stato un male molto veloce”. Ma se n’è andato nel suo letto, aggiunge, ‘circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici’. Lascia la moglie, Rosalia, e tre figli, Germana, Manfredi e Saveria, nata con la sindrome di Down, che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi. L’esordio in tv è del ’87, con Andrea Barbato in Va’ Pensiero, contenitore culturale in onda su rai3 tutte le domeniche. Ma la grande popolarità arriva nel ’92 con Radio Zorro, programma di servizio di radiorai seguitissimo e premiatissimo, che nel ’95 si fonderà con 3131 trasformandosi in RadioZero 3131 e diventerà una sorta di caso subissato dall’interesse degli ascoltatori con un record di 300 telefonate in un’ora e mezza di trasmissione. RadioZero verrà portato anche in tv , con Video Zorro sul Rai3. Poi ci saranno La Gazzetta dello Spot, sempre su Rai3 con Barbato (1989-90) e Brontolo, dal 2010, ancora una volta sulla terza rete del servizio pubblico. Giornalista, appassionato di calcio (fece un enorme scalpore nel 1984 la sua inchiesta sui Mondiali dell’82 nella quale sosteneva che la partita tra Italia e Camerun fosse stata combinata) e di società, ma anche grande amante del teatro, per il quale ha scritto testi, e poeta. Tra i suoi titoli, All’ultimo stadio (Selezione Bancarella), Anni di Cuoio (Premio Chianciano) Inverso (Selezione Viareggio). L’ultimo libro, ‘Mio nipote nella giungla. Tutto ciò che lo attende (nel caso fosse onesto)’, pubblicato nel novembre 2016 con Chiarelettere, era dedicato a Michele, amatissimo figlio di Germana. Un po’ racconto, un po’ confessione, un po’ pamphlet, ancora una volta uno sguardo crudo e critico sul mondo di oggi. Un ‘manuale di sopravvivenza pratica’, spiegava lui, che sempre sul blog era intervenuto il 15 marzo in video, il maglione rosso, un viso che solo a posteriori si potrebbe giudicare sofferente, per lanciare un appello accorato ai suoi lettori: ‘Il libro è stato pubblicato, ma non si trova in vendita. C’è un problema di distribuzione. Aiutatemi, segnalatemi le librerie che ce l’hanno’. Ancora una volta da combattente. ‘Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell’attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva in tv – commenta oggi la figlia – amato e odiato, lui era così’. La sua voce, ostinatamente indipendente, mancherà a tanti».
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“l’Altro quotidiano” su unisce al cordoglio dei familiari e degli amici
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