Addio a Pino Caruso, attore di teatro, di cinema e di tv, autore di libri, animatore nella sua Palermo

Pino Caruso in una foto del 2007 di Danilo Schiavella

E’ morto ieri sera a Roma l’attore Pino Caruso. Era nato a Palermo il 12 ottobre 1934 e nella sua città natale, tra il ’95 e il ’97 aveva rilanciato le attività culturali guidando i cartelloni estivi di “Palermo di scena”.

Aveva debuttato in teatro a Palermo con Pirandello, per trasferirsi poi a Roma e lavorare al Bagaglino, interprete di spettacoli come Terza parte della serata, Il venditore di echi e Pane al pane Pino al Pino. Con Castellano e Pipolo negli anni ’70 l’esordio in tv con il programma Che domenica amici, che gli diede la grande popolarità; seguirono poi Gli amici della domenica, Teatro 10, Dove sta Zazà con Gabriella Ferri e Due come noi con Ornella Vanoni. E ancora Palcoscenico con Milva.

Nella sua carriera anche il cinema: dopo il debutto nel film La più bella coppia del mondo di Camillo Mastrocinque, ha recitato con Peppino De Filippo ne Gli infermieri della mutua, poi in Malizia di Salvatore Samperi, La seduzione, La governante, L’ammazzatina, e ancora La donna della domenica e Ride bene… chi ride ultimo, L’esercito più pazzo del mondo, Canto d’amore e Scugnizzi.

Autore di numerosi libri, negli anni ’90 è tornato in tv grazie alla fiction, con Ultimo, Non lasciamoci più e soprattutto la serie Carabinieri. La sua presenza era stata annunciata nel cast, tutto siciliano, del film Il delitto Mattarella, per la regia di Aurelio Grimaldi, coprodotto da Cine 1 Italia e Arancia Cinema, le cui riprese, inizialmente previste a fine febbraio, sono state spostate a marzo.

La società del Palermo Calcio “esprime il proprio cordoglio per la scomparsa dell’attore palermitano Pino Caruso”, che dei rosanero era tifoso ed era stato fra i più critici negli ultimi anni della gestione del patron Maurizio Zamparini. “Corriamo il rischio – amava ripetere nelle interviste sulla sua squadra del cuore – che ci innamoriamo di un giocatore perché fa gol nel primo tempo e Zamparini ce lo vende nell’intervallo”.

“Palermo perde un concittadino straordinario, un uomo, un artista che ha contribuito alla rinascita della città, con la sua cultura, la sua ironia, la sua sagacia”, ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “Proprio negli anni della rinascita – aggiunge – dopo le terribili stragi del ’92, contribuì con la sua forza e le sue idee a dare speranza ai palermitani e alla città: sue furono grandi intuizioni che sono rimaste nella tradizione culturale della città, come quella di un Festino che divenisse anche momento di spettacolo e gioia, oltre che di riflessione e fede. Lascia in tutti noi un grande dolore, ma certamente anche l’orgoglio di averlo conosciuto e di aver condiviso un pezzo importante della nostra strada”.

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