di SERGIO TRASATTI/ Grave lutto nel mondo della musica: è morto Charlie Watts, leggendario batterista e cofondatore dei Rolling Stones. Aveva 80 anni. Recentemente, a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute, il musicista aveva dovuto rinunciare all’ultimo tour della storica band. Il suo addetto stampa Bernard Doherty ha reso noto: “Watts è morto pacificamente in un ospedale di Londra oggi, circondato dalla sua famiglia. Charlie era un caro marito, padre e nonno e anche come membro dei Rolling Stones uno dei più grandi batteristi della sua generazione”.
La recente rinuncia al tour Usa. Proprio ai primi di agosto il leggendario “drummer” aveva dovuto rinunciare alle 13 date del tour negli Stati Uniti per problemi di salute ed era stato sostituito da Steve Jordan, da anni stretto collaboratore di Keith Richards. Dopo il ritiro, annunciato dietro consiglio dei medici a causa di un intervento al cuore, Charlie Watts aveva spiegato: “Per una volta sono andato fuori tempo. Sto lavorando duramente per tornare completamente in forma, ma oggi su consiglio degli esperti ho accettato il fatto che questo richiederà un po’ di tempo”.
I problemi di salute del batterista erano noti da tempo. Nel 2004 gli fu diagnosticato un cancro alla gola e si sottopose a due operazioni. Nel 2011, dopo la rimozione dei linfonodi e diversi cicli di radioterapia disse alla BBC: “Da cinque anni sembra che vada tutto bene”. Tranquillo ed elegante, Watts era con Keith Moon, Ginger Baker e altri, un batterista rock di primo piano. Amato in tutto il mondo per il suo stile nel suonare, ha contribuito a portare la band al livello di superstar internazionali. Watts si è unito ai Rolling Stones all’inizio del 1963 ed è sempre rimasto nella band per i successivi 60 anni. Insieme a Mick Jagger e Keith Richards era il componente più longevo ed essenziale del gruppo.
Lo stile di Charlie Watts. Due capolavori degli Stones come “Brown Sugar” e “Start Me Up” spesso iniziavano con un riff di chitarra di Richards, con Watts che lo seguiva e Wyman che contribuiva a “irrobustire il suono” come amava dire il bassista stesso. La velocità, la potenza e la capacità di tenere il tempo di Watts furono evidenziati in modo straordinario dal documentario del concerto, “Shine a Light”: il regista Martin Scorsese ha filmato la canzone “Jumpin’ Jack Flash” e Watts batteva il tempo già dietro le quinte. Un fuoriclasse della musica.
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