Sono 99.522 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore su 884.893 tamponi molecolari e antigenici (ieri erano stati 112.691) con un tasso di positività all’11,2%, in calo rispetto al 12,3% di ieri. Ancora alto, però, il numero delle vittime: 433, mentre ieri erano state 414. Sono 1440 i pazienti in terapia intensiva. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.000, cioè 324 in meno rispetto a ieri.
Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, commentando i dati del monitoraggio settimanale, dice che “c’è una tendenza, anche se ancora lieve, alla decongestione delle strutture sanitarie. I dati epidemiologici ci mostrano una situazione che sembrerebbe disegnare una fase nuova dell’epidemia, ma siccome i numeri sono ancora molto elevati è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e completare il ciclo vaccinale con la dose di richiamo“. Tende infatti “ancora a scendere l’incidenza di Covid-19 nel nostro Paese e si fissa – afferma Rezza – a 1362 casi per 100mila abitanti e anche l’Rt è ben al di sotto all’unità a 0,93, mentre il tasso di occupazione dei posti di area medica e intensiva è rispettivamente al 29,5% e 14,8%“.
A sua volta il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, fa notare che “si rileva un’elevata circolazione del virus un pò in tutti i paesi europei. In Italia, nella maggior parte delle Regioni, c’è invece un decremento di nuovi casi, anche se alcune regioni hanno dei valori in crescita ma in questo caso ci sono stati degli aggiornamenti nel caricamento dei dati che, quindi, vanno presi con una certa cautela. Ancora le fasce d’età più giovani, da 0 a 9 anni e da 10 a 19 anni, sono quelle caratterizzate da un livello di circolazione del virus più elevato, ma tutte le fasce d’età hanno una curva che indica una decrescita”.
L’età media di chi contrae l’infezione è di 36 anni, mentre per ricoveri e decessi le età restano più elevate, rispettivamente sopra i 70 anni e sopra gli 80 anni. Brusaferro ha quindi sottolineato che “c’è una conferma dell’inversione di tendenza per quanto riguarda l’incidenza, che rimane comunque molto elevata caratterizzandosi ancora come una fase epidemica acuta. I segnali di inversione vengono confermati anche dall’Rt che rimane sotto soglia. E ci sono segnali positivi pure per l’occupazione dei servizi sanitari anche se la quantità di persone che richiedono assistenza è ancora molto significativa“. Dunque, ha concluso Brusaferro, “vanno mantenuti comportamenti prudenti e bisogna continuare nella campagna vaccinale“.
VACCINI – Sta crescendo la quota di popolazione che ha effettuato anche la dose booster e anche quella di chi ha iniziato il primo ciclo vaccinale, soprattutto nelle fasce d’età più giovani. Ma – fa notare Brusaferro – ci sono ancora oltre 4 milioni di italiani sopra i 20 anni che devono ancora fare la prima dose. E ciò è scoraggiante di fronte alla constatazione che la protezione delle vaccinazione e del booster (cioè la terza dose) è elevatissima rispetto alle complicanze più severe della malattia, e protegge anche dall’infezione.
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