Mentre a vari livelli si discute e ci si divide sull’ipotesi di far diventare settimanali (e non più quotidiani) i bollettini del Ministero della Salute sulla pandemia, inoltre depennando dal conteggio coloro che che risultano positivi al covid ma non ne avvertono i sintomi, purtroppo i numeri di oggi 14 gennaio non sono confortanti. Infatti sono 186.253 i nuovi contagiati nelle ultime 24 ore, e sono ben 360 le persone decedute mentre ieri erano state 316: il numero più alto in questa quarta ondata. Però c’è da precisare che 27 sono riferibili ai giorni scorsi ma registrati solo oggi.
Gli attualmente positivi al Covid in Italia sono 2.398.828 (75.310 in più rispetto a ieri). I casi totali dall’inizio della pandemia sono 8.356.514 e i morti 140.548. I dimessi e i guariti sono invece 5.817.138, con un incremento di 125.199 rispetto a ieri. Rispetto ai tamponi effettuati il tasso di positività è al 16,4%, in aumento rispetto al 15,6% di ieri. Sono 1.679 i pazienti in terapia intensiva, 11 in più nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 136 (ieri 156). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 18.019, ovvero 371 in più rispetto a ieri.
Il portavoce del Comitato tecnico scientifico, Silvio Brusaferro, commentando in un video i dati ha dichiarato: “Nelle ultime settimane la crescita dell’incidenza dei casi Covid è molto significativa e l’Rt è sempre sopra soglia. La mappa dell’Italia è caratterizzata un p in un videoo’ in tutte le Province da un rosso scuro che indica alta incidenza e le curve di crescita degli ultimi 14 giorni sono molto significative ad eccezione della PA di Bolzano. La fascia d’età 20-29 anni segnala il maggior numero di casi in aumento, seguita dalle fasce 10-19 e 30-39. La curva è in crescita anche per la fasce d’età ancora più giovani. Le ospedalizzazioni nell’età più giovane sono limitate ma sono in crescita. Si conferma una situazione epidemica acuta, con un’incidenza settimanale che ha raggiunto quasi 2000 casi per 100mila abitanti e con una velocità di trasmissione che rimane notevolmente sopra il valore di 1. Ed i servizi ospedalieri sono fortemente impegnati. E’ necessario dunque rispettare rigorosamente le misure comportamentali, che sono distanziamento, uso della mascherina, areazione dei locali, l’igiene delle mani e riduzione delle occasioni di contatto, oltre che incentivare le vaccinazioni».
Secondo Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, “la variante Omicron è ormai largamente predominante nel nostro Paese e anche se meno virulenta rispetto alla variante delta, è estremamente contagiosa e diffusiva, quindi può determinare una congestione delle strutture ospedaliere. Per questo è opportuno continuare a mantenere dei comportamenti ispirati alla massima prudenza e soprattutto fare la vaccinazione di richiamo“.
LA VALLE D’AOSTA PASSA IN ARANCIONE. Il provvedimento entra in vigore da lunedì prossimo 17 gennaio. Lo ha deciso il Ministero della Salute e lo ha comunicato all’amministrazione regionale valdostana. Il passaggio in ‘zona arancione’ è legato all’aumento del contagio ma soprattutto delle ospedalizzazioni avvenuto negli ultimi giorni.
CAMPANIA IN GIALLO. Alla luce del flusso dei dati del monitoraggio Iss, Ministero della salute e Regioni, il ministro Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che porterà la Campania in giallo e la Valle d’Aosta in arancione.
LOMBARDIA E VENETO RESTANO IN GIALLO – “Sulla base dei numeri che stanno esaminando al Cts la Lombardia rimarrà gialla anche la prossima settimana”: così ha spiegato il presidente della Lombardia Attilio Fontana. E questo “anche perché – ha aggiunto – uno dei parametri è ancora al di sotto del limite”, ovvero quello dei posti occupati in terapia intensiva. Resta in fascia gialla anche il Veneto, dove il governatore Luca Zaia, in attesa del responso del Cts annuncia: “Aspettiamo l’ufficializzazione, ma i nostri numeri solo da area gialla, in virtù soprattutto della soglia dei ricoveri in area medica”.
Peggiorano – secondo il ministero della Salute – gli indicatori relativi all’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica, all’incidenza e ai casi derivanti da catene di tracciamento: 1988 casi ogni 10.000 abitanti – L’incidenza settimanale dei casi di Covid a livello nazionale continua ad aumentare: 1988 ogni 100.000 abitanti (07/01/2022 -13/01/2021) contro 1669 ogni 100.000 abitanti (31/12/2021 -06/01/2021, dati flusso ministero Salute). Nel periodo 22 dicembre 2021 – 4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 1,56 (range 1,24 – 1,8), in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente – quando è risultato pari a 1,43 – e ben al di sopra della soglia epidemica. Lo evidenzia il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.
Raddoppiano i contagi non associati a catene di trasmissione – Raddoppia il numero di nuovi casi Covid non associati a catene di trasmissione (649.489 contro 309.903 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione (13% contro il 16% della scorsa settimana). È in diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% contro il 50%) ed aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (39% contro il 34%).
Cresce l’occupazione delle terapie intensive, è al 17,5% – Continua a crescere il tasso di occupazione in terapia intensiva secondo quanto emerge nel monitoraggio Iss-Ministero della Salute di questa settimana sull’andamento di casi di Covid in Italia: sale al 17,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 gennaio) rispetto al dato del 15,4% riferito al 6 gennaio. Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 gennaio contro il 21,6% del 6 gennaio).
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