E’ da ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale plurimo il ventenne Pietro Geonvese che nella notte tra sabato e domenica scorsi ha investito le due studentesse sedicenni Camilla Romagnoli e Gaia von Freyman in corso Francia a Roma. L’ordinanza è stata notificata al giovane (che è figlio del regista di una serie di film di successo, come il pluripremiato “Perfetti sconosciuti”) sulla base degli accertamenti condotti dalla polizia locale di Roma Capitale e della relazione trasmessa alla Procura.
La posizione del ragazzo si era aggravata già dopo che si era conosciuto l’esito delle analisi alle quali era stato sottoposto, perché pare che abbiano rivelato un tasso alcolico tre volte superiore al consentito e tracce di sostanze stupefacenti. A Pietro Genovese la patente era stata restituita di recente dopo che era stata sospesa – a quanto pare – proprio per possesso di droghe.
La notizia dell’arresto di Genovese è arrivata proprio mentre nella chiesa del Preziosissimo Sangue, al quartiere Fleming, si stavano svolgendo i funerali di Gaia e Camilla con una grande partecipazione di folla (foto Ansa di Claudio Peri).
Un lungo applauso accompagnato dalle note, suonate dal vivo, delle canzoni ‘A te‘ di Lorenzo Jovanotti e ‘Ti voglio bene‘ di Tiziano Ferro, hanno accompagnato l’uscita delle bare bianche. Una parente all’uscita ha accusato un malore ed è stata soccorsa da personale di un’ambulanza ferma all’esterno della chiesa per tutta la funzione. Sul luogo dell’incidente è stato affisso uno striscione “Ciao Angeli”.
Il sacerdote celebrante ha voluto ricordare nell’omelia le parole di Giorgia Romagnoli, la sorella di Camilla: «Si è persa una delle fondamenta della nostra famiglia. Eri la piccola di casa. Tu che trovavi imbarazzo ogni volta che si parlava di te, non ti piaceva sentirti gli occhi addosso. Ti sentivi imperfetta. Qualche giorno fa a tavola avevi chiesto qual era il senso della vita e non ti ho saputo rispondere. A qualche giorno di distanza ho trovato la risposta: il senso della mia vita sei tu».
Altrettanto commovente il messaggio dei genitori di Gaia attraverso il loro legale Giulia Bongiorno: «La morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile. Anche per questo non abbiamo finora parlato con nessuno e oggi chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio. Quando troveremo le parole giuste diremo la nostra sulle tante ricostruzioni diffuse dai media con troppa leggerezza. Gaia era piena di gioia di vivere, ma era anche matura e responsabile. Chi perde il coniuge è vedovo, chi perde i genitori è orfano. Chi, come noi, perde una figlia non ha nemmeno un nome che lo definisca: la morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile, è letteralmente “qualcosa che non può essere detto”».
Commenta per primo