Alla fine Claudio Durigon, esponente della Lega, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di sottosegretario all’Economia: un gesto che gli era stato chiesto sia dal M5s, sia dal Pd, dopo la sua sconcertante proposta di intitolare ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce Benito Mussolini, il parco di Latina intitolato nel 2017 ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime della mafia.
Durigon – che, sostenuto da Salvini, aveva rifiutato tenacemente di compiere questo gesto – alla fine ha ceduto dichiarando tra l’altro: «E’ chiaro che, nella mia proposta toponomastica sul parco comunale di Latina, pur in assoluta buona fede, ho commesso degli errori. Di questo mi dispiaccio e, pronto a pagarne il prezzo, soprattutto mi scuso. Mi dispiace che mi sia stata attribuita un’identità ‘fascista’, nella quale non mi riconosco in alcun modo. Non sono e non sono mai stato fascista. E, più in generale, sono e sarò sempre contro ogni dittatura e ogni ideologia totalitaria, di destra o di sinistra: sono cresciuto in una famiglia che aveva come bussola i valori cristiani. Il tempo che non passerò più al ministero lo dedicherò anche alle mie amate comunità di Latina e Roma: hanno bisogno di progetti, efficienza, sicurezza e lavoro, non di incapacità e polemiche. Da militante fra i militanti, avrò anche più tempo per raccogliere firme per i referendum sulla giustizia fino a settembre, così da arrivare a un milione di firme».
A sua volta Matteo Salvini lo ha ringraziato perché il gesto di Durigon è servito a “non rallentare il lavoro del governo, messo irresponsabilmente in difficoltà per colpa di polemiche quotidiane e strumentali da parte della sinistra”. E poi ha tentato di bilanciare il colpo incassato sparandone uno contro altri ministri affermando: «Contiamo che questo gesto di responsabilità e generosità induca a seria riflessione altri politici, al governo e non solo, che non si stanno dimostrando all’altezza del loro ruolo».
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