Donald Trump, al suo esordio nell’assemblea dell’Onu – dopo aver detto che “è un onore essere qui, nella mia città, in rappresentanza degli americani” e dopo aver affermato che la sua elezione alla Casa Bianca “ha fatto molto bene agli Stati Uniti perché la Borsa è a livelli di record e l’occupazione è in aumento” – è stato durissimo verso la Corea del Nord: “Se ci attaccano non c’è altra scelta che distruggere la Corea del Nord”, ha detto.
“L’uomo-razzo (come apostrofa il dittatore nordcoreano) è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime”, ha affermato Trump. Ma poi è passato ad attaccare anche l’Iran e l’accordo anrti-atomico che con Teheran fu sottoscritto da Obama e che lui ha definito “imbarazzante”. Parole dure, infine, anche per il regime venezuelano.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, però, non si è fatto intimidire né sull’Iran né sul fronte ecologista: “L’accordo sul clima, ha detto, non sarà mai rinegoziato. Rispetto profondamente la decisione degli Stati Uniti e la porta resterà aperta per un loro ritorno. Ma noi andremo avanti”. E poi: “L’accordo con l’Iran è solido – ha spiegato -. Denunciarlo e rigettarlo senza proporre altro è un grave errore”. E sulla Siria Macron ha affermato: “Il popolo siriano ha sofferto abbastanza. Le soluzioni devono essere politiche, non militari. Quello che serve è un ‘gruppo di contatto’ che lavori ad una soluzione”.
“I muri non ci proteggono, il mondo è interdipendente”, ha ribadito ancora il presidente francese, che ha chiuso il suo intervento dalla tribuna dell’assemblea dell’Onu salutato da un lungo applauso, dopo aver fatto un discorso molto critico contro la visione esposta dal presidente americano.
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