Il governo si prepara ad attuare il golpe d’agosto sui vertici dei telegiornali Rai. Dopo le rivelazioni del “Fatto quotidiano” sul proposito di imporre al consiglio di amministrazione Rai del 3 agosto le sostituzioni dei direttori del Tg2 e del Tg3, il presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, membro del direttorio M5s è intervenuto dichiarando: “Non si proceda a nominare direttori di testata schierati per l’uno o per l’altro campo referendario. Fino a oggi i dati parlano chiaro, nelle trasmissioni Rai il ‘sì’ è dilagante. Dobbiamo scongiurare qualsiasi tentativo di blitz autoritario”. “Al momento – sottolinea Fico – la Rai non ha ancora presentato pubblicamente alcun piano editoriale per l’informazione. Non è chiaro quindi come si possano fare le nomine alla guida dei notiziari in mancanza di un preciso progetto editoriale”.
Punto sul vivo, il Pd renziano ha reagito con Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai, che ha tentato di rigirare la pizza: “Sulle nomine dei direttori dei tg da parte dei 5 Stelle e del consigliere d’amministrazione Freccero assistiamo a invasioni di campo che ci riportano alla Prima Repubblica. Lo spirito della riforma della governance Rai impegna il direttore ad assumersi la responsabilità delle scelte, nella trasparenza e autonomia dell’azienda, innanzitutto di fronte al Cda. Sorprende quindi, ed è inaccettabile, che un componente del Cda della stessa azienda come Carlo Freccero, invochi l’intervento di Fico su temi e scelte che riguardano unicamente l’azienda, e che il presidente della Vigilanza raccolga l’invito e ci riporti all’epoca delle ingerenze politiche”. Il buffo Peluffo omette di dire che il direttore generale della Rai, Campo dall’Orto (foto) lo ha nominato il capo del governo con annesso superstipendio di 650mila euro annui per vincolarlo al signorsì. Altro che “prima repubblica”!
Chiede lumi, su un altro versante, anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia: “Pensare di procedere a nomine per una lottizzazione dal sapore renziano prima di un’approfondita discussione sulle linee e gli orientamenti in commissione è inaccettabile. La Vigilanza non deve entrare nel merito delle singole scelte, ma ha il diritto-dovere di verificare quali siano i programmi, i costi, gli investimenti. A maggior ragione dopo la discussione sugli sprechi e gli stipendi che ha fatto emergere sperequazioni e mancate utilizzazioni”.
Si fanno vivi, stavolta, anche alcuni esponenti della minoranza Pd. “Stanno insistentemente girando indiscrezioni su imminenti nuove nomine alle direzioni dei tre Tg Rai. Sarebbe un blitz agostano francamente inaccettabile in assenza di un piano sull’informazione chiaro e condiviso”, dicono i senatori Federico Fornaro, Miguel Gotor e Claudio Martini, componenti della Commissione di Vigilanza Rai. “Fatte in questo modo darebbero poi l’impressione, in particolare per il Tg3, di voler unicamente ridurre l’autonomia giornalistica in una fase in cui, invece, vi sarebbe assoluto bisogno di pluralismo culturale e politico. Ci si fermi prima di scrivere una brutta pagina della storia della Rai”.
Ed ecco pronta a replicare un’altra sodale di Renzi: “Le nomine ai Tg non sono materia per la politica. Una buona norma che ancora oggi in molti dimenticano, ripiombando così in un antico vizio”, dichiara spudoratamente Francesca Puglisi, senatrice del Pd e componente della segreteria Pd.
Dura la replica di Loredana De Petris, di Sinistra Italiana: “Quello che sta accadendo in Rai è di una gravità inaudita: la scelta, che sembra imminente, di nominare i nuovi direttori dei Tg preparando in questo modo il terreno alla campagna elettorale referendaria a favore della Riforma conferma, ancora una volta, l’idea di democrazia e di servizio pubblico che ha Matteo Renzi e il suo governo”.
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