Hanno potuto conoscersi, guardandosi negli occhi Francine e Adrienne, le gemelline siamesi di 7 mesi provenienti dal Burundi separate all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù il 30 novembre scorso. Posizionate schiena contro schiena, erano unite per la zona sacrale. Condividevano il midollo spinale e la parte dell’intestino ano-retto. L’intervento è durato 12 ore e in camera operatoria si sono alternate 4 equipe, in tutto 25 persone, coordinate da Pietro Bagolan, direttore del Dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica.
Per l’ospedale è il secondo caso di separazione di gemelle siamesi a distanza di poche settimane. E’ dell’ottobre scorso l’intervento su Rayenne e Djihene, le piccole algerine unite per il torace e per l’addome.
L’unica altra operazione di questo tipo al Bambino Gesù risale all’inizio degli anni 80, più di 30 anni fa, e fu eseguita su due gemellini maschi. Il percorso clinico e chirurgico delle neonate burundesi rientra nell’ambito delle missioni umanitarie dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede. Negli ultimi 2 anni i casi pro bono (interamente a carico del Bambino Gesù) sono stati circa 100, provenienti dai Paesi di tutto il mondo.
La preparazione all’intervento, a cui hanno lavorato medici e specialisti di 5 diverse aree (Neonatologia, Chirurgia plastica, Neurochirurgia, Anestesiologia e Rianimazione, Diagnostica per immagini) è durata 3 mesi e ogni fase è stata studiata e pianificata con l’ausilio di stampe 3D, TAC e risonanze tridimensionali.
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