Altre due organizzazioni non governative, dopo Medici Senza Frontiere, hanno deciso di sospendere le operazioni di soccorso nel Mediterraneo: sono Save the Children e Sea Eye, che, a differenza di Msf, avevano firmato il codice di condotta proposto dal ministro dell’Interno, Marco Minniti.
“Proseguire il nostro lavoro di salvataggio sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi” hanno spiegato i tedeschi di Sea Eye, mentre la nave Vos Hestia di Save the Children resta ferma a Malta “in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni”. Il problema per entrambe le organizzazioni è lo stesso: il fatto che il governo di Tripoli di Al Sarraj stia cercando di riprendere il controllo delle proprie acque territoriali e di costituire una zona di Search and Rescue, ricerca e soccorso, davanti alle coste dove prima c’era una sostanziale anarchia di cui approfittavano gli scafisti per convincere i migranti a pagare caro un breve trasbordo dalle coste libiche alle navi delle ong in attesa di raccoglierli. E così è accaduto che si sia subito registrato un calo di sbarchi di fuggiaschi nei porti italiani: già a luglio si era scesi a 16.114 rispetto ai 27.899 di giugno; ma in agosto il numero è calato ancora.
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