Anziché lavorare per la fine delle ostilità tra la Russia e l’Ucraina la Commissione Europea rinnova e aggrava l’impegno anche finanziario per accentuare le ostilità, con nuovi finanziamenti e rifornimenti a Kiev di armi e munizioni per proseguire nelle sanguinose ostilità, che stanno costando vite umane e distruzioni, sì, anche a Mosca, ma soprattutto alle città e alle popolazioni ucraine. E di nuovo abbiamo assistito alla patetica (e non protocollare) consuetudine (ormai diventata rituale) della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Layen, che dopo la formale stretta di mano si esibisce nello scambio – una volta irrituale nei rapporti internazionali – di baci con il presidente ucraino Zelenscky, accompagnato dall’impegno dell’Europa a continuare a fornire armamenti autorizzando implicitamente Putin a proseguire nella sua arrogante e sanguinosa guerra e al tempo stesso continuando a coinvolgere tutti gli Stati europei in questa sempre più estenuante guerra, ridicolmente e tragicamente definita dal presidente russo in “operazione speciale”.
Il piano munizioni presentato dalla Commissione Ue, per sostenere l’industria bellica nell’aumento della produzione di proiettili (fino a 1 milione l’anno con 500 milioni di euro), avrà per di più una corsia preferenziale. Nel giorno in cui si celebrava (?) l’Unione europea come traguardo di pace, il Parlamento Ue ha votato (con 518 sì 59 no e 31 astenuti) la proposta dei Popolari di inserire la produzione massiccia di nuovi proiettili da spedire a Kiev, accrescendo l’ostilità dell’UE nei confronti della Russia proprio mentre da più parti si stanno compiendo tentativi per limitare gli attriti bellici e spingere verso trattative, che lo stesso Zelensky continua arespingere e a scoraggiare, finendo per avallare l’arroganza di Putin.
Nel parlamento europeo – va sottolineato – solo gli eurodeputati del Movimento Cinquestelle si sono dichiarati contrari a questa nuova rincorsa alla altre forniture di armi all’Ucraina, che – ripetiamo – hanno solo l’effetto di offrire a Putin una motivazione per insistere nella sua “operazione speciale” e quindi di neutralizzare tutti gli sforzi di coloro che vogliono far cessare questa assurda guerra. Va purtroppo rilevato che anche i parlamentari europei del Pd si sono espressi a favore della nuova fornitura di armamenti e munizioni all’Ucraina, differenziandosi, per fortuna, in una dichiarazione successiva contro la proposta del commissario Ue al Mercato Interno, Thierry Breton, di… dirottare sulle munizioni i fondi del Recovery fund (!).
Intanto oggi è cominciata una visita diplomatica in Europa del ministro degli Esteri cinese Quin Gang, che ha tenuto a Berlino una conferenza congiunta con la verde Annalena Baerbock e ha usato parole molto chiare: “Noi deploriamo che la guerra, iniziata oltre un anno fa, non sia ancora finita. Ed esortiamo entrambe le parti a chiuderla”. Il ministro cinese ha anche ricordato che il piano di pace presentato da Pechino è stato “salutato positivamente sia dalla Russia sia dall’Ucraina. Anche la controparte tedesca riconosce che Pechino “potrà giocare un ruolo decisivo per la pace”.
Fanno discutere (anzi allarmano) le parole dette dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres in un’intervista al quotidiano spagnolo El País: “Purtroppo al momento non sono possibili negoziati di pace perché entrambe le parti sono convinte di poter vincere” (!).
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