Anche il ministro dell’Interno Marco Minniti chiede che la legge su Ius soli e Ius culturae venga approvata dal parlamento senza modifiche

Anche il ministro dell’Interno Marco Minniti (Pd) si pronuncia esplicitamente perché la legge su Ius soli e Ius culturae venga approvata “entro questa legislatura, anche senza correzioni”. Lo ha affermato rispondendo alle domande rivoltegli in un forum del quotidiano cattolico ‘Avvenire‘. “Lo dico con nettezza: credo che si debba fare di tutto per approvarla, anche così com’è, in questa legislatura. Più difficile sarebbe correggerla – ribadisce Minniti – perché si accorcerebbero i tempi parlamentari per approvarla”.

Il ministro auspica che su questa questione “la maggioranza resti unita. Tuttavia, una questione di principio così rilevante, su cui io mi sento personalmente impegnato, interpella il Parlamento e la coscienza di ogni singolo parlamentare. La Costituzione, proprio per lasciare libertà su temi alti come questo, non prevede il vincolo di mandato. E io ritengo che su questo disegno di legge ognuno, come gruppo politico e individualmente, debba assumersi le proprie responsabilità. In più, aggiungo, lo ius soli ha a che fare col tema dell’integrazione”. Perché, sottolinea Minniti, “chi si integra bene, difficilmente aderirà ai proclami dei terroristi”.

E sui centri d’accoglienza dice: “Il mio obiettivo è andare verso il superamento dei grandi centri d’accoglienza, superare Isola Capo Rizzuto, superare Mineo, per passare a strutture piccole e meglio gestibili”.

Ricordiamo che sono in corso iniziative a sostegno della testi affermate oggi anche da Minniti. Il ministro Graziano Delrio  e i sottosegretari Benedetto Della Vedova e Angelo Rughetti, oltre a decine di senatori e deputati, hanno aderito a uno sciopero della fame “a staffetta” per sollecitare il parlamento a discutere la legge sullo ius soli promosso dai Radicali e dal senatore del Pd Luigi Manconi. L’iniziativa raccoglie il testimone del digiuno attuato il 3 ottobre da oltre 900 insegnanti in tante scuole italiane a sostegno del provvedimento.

Intervistato da Vespa a “Porta a porta”, Graziano Delrio ha risposto: “Il parlamentare risponde alla nazione, non alla disciplina di partito. Sui diritti civili non ci si astiene”.

L’iniziativa di un professore. A piedi dall’Irpinia a Roma: “La via Appia allo ius soli”

Da segnalare anche l’iniziativa di un docente di filosofia in pensione (che è anche articolista di questa testata), il professore Sergio Simeone, che l’ha intitolata “La via Appia allo ius soli“. Il quale ne ha dato notizia con un  comunicato in cui afferma che, «fortemente turbato dal fatto che circa un milione di giovanissimi subisca una intollerabile ingiustizia – quella di vedersi negare la cittadinanza italiana e con essa il diritto ad avere una vita “normale”, come gli altri coetanei – e profondamente indignato per il comportamento cinico di alcuni partiti che sulla pelle di questi ragazzi conducono sporchi giochi avendo in vista solo il loro miserabile tornaconto elettorale», ha deciso di recarsi a Roma venerdì 3 novembre per «esprimere ai senatori della Repubblica tutta la sofferenza di un ex insegnante che per una vita intera  (ha 75 anni) ha visto crescere generazioni di studenti, sempre attento ad educare alla solidarietà ed al rifiuto di qualsiasi discriminazione e che ora vede dei giovani crudelmente emarginati ed impediti ad integrarsi pienamente nella società in cui vivono».

Ha deciso di andarci a piedi, perché, «a fronte della grande campagna di disinformazione in atto che viene veicolata attraverso tutti i media, soprattutto i più moderni e sofisticati, vuole far conoscere personalmente il testo della legge proposta e già approvata dai deputati, denominata ius soli, a tutti quelli che incontrerà lungo il cammino ed invitare gli italiani a non rimanere inerti come lo furono 80 anni fa, quando con le leggi razziali, lo Stato fascista dichiarò che gli ebrei non erano mai stati italiani».

Ha deciso di farlo percorrendo a piedi in 15 tappe la via Appia, «la regina delle vie, che arrivando a Brindisi, divenne un ponte tra Roma e il Mediterraneo e le grandi civiltà nate nei tre continenti che vi si affacciano. E’ dal rispetto e dall’assimilazione di queste civiltà – ricorda il professor Simeone – che nasce la grandezza della civiltà romana. Lo sapeva bene Caracalla,divenuto imperatore pur essendo nato in Gallia, che nel 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero».

Nell’annuncio il professor Simeone «esprime grande solidarietà ai suoi più giovani colleghi che stanno lottando con altre forme per lo stesso obiettivo. La loro sofferenza è ancora maggiore perché guardano ogni giorno negli occhi quei ragazzi ai quali si vuole togliere la speranza».

E avverte: «Chi volesse condividere il suo cammino, anche solo per una tappa, può contattarlo sull’indirizzo e mail sime.one@virgilio.it, sapendo che partirà da Altavilla Irpina alle ore 8.00 del giorno 20 ottobre e seguirà il seguente itinerario: Altavilla I. – Montesarchio – Mondragone – Formia – Fondi – Terracina – Ariccia – Albano – EUR – Palazzo Madama, giungendo a Roma il giorno 3 novembre».

Va detto che il professore Sergio Simeone non è nuovo, e con successo, ad iniziative eclatanti a sostengo di un diritto. Già nel luglio del 1985, nominato commissario d’esami a S. Giuseppe Vesuviano (Napoli), vi si recò in bicicletta a svolgere il suo compito partendo da Avellino (dove era titolare di cattedra) per protestare contro la discriminazione economica che il Ministero della pubblica Istruzione faceva tra nominati dal Ministero e nominati dal Provveditorato agli Studi. In quella occasione riuscì a far modificare l’ordinanza ministeriale. «So perfettamente – dice – che questa volta la posta è molto, molto più alta, nel duplice significato di più nobile e più difficile.  Ma di fronte alla deriva verso la barbarie, di cui i nostri politici sembrano non rendersi conto, tutti concentrati guicciardinamente sul loro “particulare” non riesco a rimanere fermo».

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