Anche il premio Nobel Paul Krugman ammette: “Dovevamo fare come l’Italia”

Lo rileva nella sua quotidiana rassegna stampa on line il “Corriere della sera (curata da Gianluca Mercuri): “Non capita tutti i giorni che l’Italia finisca in testa ai commenti del Nyt con un articolo che la elogia, per di più scritto da un genio dell’economia….Il grande economista Paul Krugman (foto) ricorda che in America si è a lungo sperato che, come in Italia, una volta raggiunto il picco, sia i morti sia i contagi cominciassero a calare drasticamente. Da loro è successo il contrario. «A questo punto- scrive Krugman – ci tocca guardare con invidia il successo dell’Italia nel contenimento del virus: ristoranti e bar aperti, pur con restrizioni, gran parte della vita normale ristabilita, e l’attuale tasso di mortalità è meno di un decimo di quello americano. In un giorno recente tipico, sono morti di Covid-10 oltre 800 americani ma solo una dozzina di italiani».

«Ora, ragiona Krugman, uno può anche non sorprendersi che la risposta Usa sia stata meno efficace di quella tedesca…Con tutti i suoi problemi, l’Italia è un Paese serio e sofisticato, non il set di una commedia comica» e con una serie di svantaggi incomparabili con l’America. E li elenca senza sconti: burocrazia che non ha fama di efficienza, «cittadini non noti per la voglia di rispettare le regole», un maxi debito pubblico che, avendo una moneta condivisa, pesa ancora di più perché l’Italia «non può fare quello che facciamo noi, e stampare un sacco di moneta nei momenti di crisi». E poi la demografia e la crescita economica stagnanti.

Eppure… «Quando si è trattato di affrontare il Covid-19, tutti questi svantaggi italiani sono stati soverchiati da un enorme vantaggio: l’Italia non era appesantita dalla disastrosa leadership dell’America». Dunque «gli italiani hanno fatto quello che andava fatto, e rapidamente. Hanno stabilito un lockdown durissimo e l’hanno rispettato. Gli interventi pubblici hanno sostenuto lavoratori e imprese».  Krugman sa tutto: «La rete di sicurezza ha avuto buchi ma il governo ha provato a farla funzionare. In un supremo caso di non-trumpismo, il primo ministro si è perfino scusato per i ritardi». Il punto per lui fondamentale, però, è che il lockdown ha funzionato, ed è finito solo quando la curva dei contagi è scesa drasticamente. Invece l’America, che aveva un traiettoria dei virus simile, ha fatto il contrario!”

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