Diventa oggetto di scontro politico anche la decisione del governo di intervenire a sostegno di Carige con il decreto legge su garanzie e ricapitalizzazione adottato d’urgenza per salvare i risparmiatori della banca genovese. A cavalcare l’attacco al governo è puntualmente sceso in campo l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma non per contestare il provvedimento, bensì per attaccare i Cinquestelle e la Lega, che – sostiene – quando lui adottò analoga misura per Banca Etruria lo accusarono di aver fatto un favore all’istituto di credito toscano. Perciò – ha predicato in un blog – “Salvini e Di Maio devono vergognarsi”, avendo “impiegato appena 10 minuti di riunione del Consiglio del ministri per smentire cinque anni di insulti e menzogne contro di noi”.
Ma, per colpire il governo, i reggicoda renziani del Pd (in testa Marattin, capogruppo Dem in commissione Bilancio alla Camera) si lanciano in un attacco al presidente Giuseppe Conte, ipotizzando un “conflitto di interesse” perché – udite, udite! – Conte è stato anni fa socio dello studio legale di Guido Alpa, che a sua volta è stato in passato consigliere di Carige e della sua Fondazione” e, sempre anni fa, “consulente di Mincione, socio Carige”. Conte replica seccamente: «Mai conosciuto Mincione!».
Facile la replica di Di Maio (“Quante balle di Renzi e della Boschi sulle banche. Proprio loro parlano!”) e di Salvini (“Mentre Renzi e Boschi i risparmiatori li hanno ignorati e dimenticati, noi siamo intervenuti a loro difesa”).
Di tutt’altro tenore la posizione della segretaria generale uscente della Cgil, Susanna Camusso: «Non vedo nessuno scandalo dal punto di vista del provvedimento, ovviamente da vedere nel merito. Si usano soldi dei cittadini? Se c’è la necessità che lo Stato intervenga, sempre di soldi dei cittadini si sta parlando» afferma rimarcando: «Abbiamo un sistema bancario fragile da rafforzare e questa non è una novità per nessuno, forse solo per chi poteva negare l’esistenza di intervenire».
Intanto la Commissione Ue “prende nota dell’adozione del decreto” su Banca Carige ed “è in contatto con le autorità italiane, pronta a discutere con loro della disponibilità di strumenti, sempre nel quadro degli strumenti europei”: così il portavoce del presidente della Commissione Jean Claude Juncker risponde a chi gli chiede un commento sul decreto approvato ieri dal Cdm a sostegno di Carige.
Intanto, all’indomani del decreto del governo per il salvataggio in Carige i tre commissari della banca a Roma, Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener incontrano i sindacati. L’appuntamento è in agenda nella sede dell’istituto a Genova e sul tavolo ci sono le prospettive di Carige e quelle dei 4.200 dipendenti. Per 490 di loro è già stato concordato un piano di uscite entro dicembre di quest’anno.
È stato convocato per domani in tarda mattinata il consiglio di gestione dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Sul tavolo del consiglio ci sarà la richiesta dei commissari di Carige di rinegoziare le condizioni del bond subordinato da 320 milioni di euro emesso dall’istituto ligure e sottoscritto dallo Schema volontario.
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