La Direzione del Pd ha approvato a larghissima maggioranza la proposta del segretario Nicola Zingaretti di votare sì al referendum del 20 settembre sul taglio del numero dei deputati e dei senatori. I sostenitori del No al referendum sono rimasti in pochi: Cuperlo e Orfini, più una decina di membri della Direzione. In ogni caso il Sì rafforza i vincoli dell’alleanza con M5s, nella speranza che ora siano i pentastellati a compiere passi verso le direzioni auspicate dagli alleati: dalla riforma della legge elettorale per Camera e Senato alle modifiche ai decreti Salvini sulla sicurezza, fino all’utilizzo delle risorse del Mes per la Sanità.
“Mentre propongo il SI – ha detto Zingaretti nella sua relazione – dico che dobbiamo respingere le motivazioni banali che il taglio del numero dei parlamentari fa risparmiare soldi allo Stato. I risparmi sarebbero minimi e non costituiscono il motivo principale del nostro sì. Il motivo principale sta nel fatto che a questo atto possono seguire altre riforme”.
Insomma la vittoria del No suonerebbe come il “de profundis” a ogni futuro tentativo di modificare la Costituzione, come l’adozione del bicameralismo differenziato, che anzi il Pd deve rilanciare con una raccolta di firme, ha detto Zingaretti accogliendo una proposta di Luciano Violante.
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