Un cartellone, attribuito al distretto della polizia Tushino di Mosca, è stato affisso nello spazio riservato ai “Ricercati dalla polizia” con le foto segnaletiche del procuratore del Tribunale penale internazionale Karim Khan e del giudice dello stesso Tribunale, l’italiano Rosario Aitala. Il 21 maggio scorso l’Ufficio investigativo presso la Procura generale russa ha incriminato (in contumacia) a causa del mandato emesso dal Tribunale penale internazionale per l’arresto del presidente russo Vladimir Putin – il quale, secondo l’Ufficio investigativo russo, “è notoriamente innocente” – e del difensore civico russo per i bambini Maria Lvova-Belova.
Secondo l’Ufficio investigativo russo, la decisione di emettere il mandato è stata “consapevolmente illegale” e si qualifica come “l’accusa penale di una persona notoriamente innocente, unita all’accusa illegittima di una persona di un reato particolarmente grave, nonché alla preparazione di un attacco a un capo di uno Stato estero che gode di protezione internazionale, con lo scopo di complicare le relazioni internazionali”.
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