Ancora vittime in Iran nelle manifestazioni contro il governo di Rohani. Il deputato Hedayatollah Khademi ha detto all’agenzia di stampa Ilna, vicina all’opposizione, che due manifestanti sono rimasti uccisi ieri sera nel corso delle proteste nella città di Izeh, nel sudest del Paese. “Gli abitanti di Izeh hanno manifestato, come avviene altrove nel Paese, contro le difficoltà economiche e, sfortunatamente, due persone sono rimaste uccise e altre ferite – ha riferito il deputato – Non so se i colpi siano arrivati dalle forze dell’ordine o dai manifestanti”.
Secondo la tv di Stato iraniana, “manifestanti armati hanno cercato di assaltare alcune stazioni di polizia e basi militari, ma si sono trovati davanti una seria resistenza da parte delle forze di sicurezza”. Per l’agenzia stampa iraniana Ilna, nella piccola cittadina nord occidentale di Takestan, i manifestanti hanno dato fuoco ad una scuola per il clero e a edifici governativi.
“Le critiche e le proteste sono un’opportunità, non una minaccia“: così il presidente iraniano Hassan Rohani in una dichiarazione pubblicata sul sito web della presidenza, a proposito delle manifestazioni di questi giorni contro il governo, di cui ha minimizzato la portata, definendole “niente”. “La nazione stessa risponderà a rivoltosi e delinquenti – ha continuato Rohani – La nostra nazione affronterà questa minoranza che urla slogan contro la legge e insulta la santità ed i valori della rivoluzione”.
Intanto, è stato fornito il primo bilancio ufficiale delle vittime nelle proteste a Doroud, nella provincia occidentale iraniana di Lorestan. Secondo il governatore della città, Mashallah Nemati, citato dall’agenzia di stampa Isna, sarebbero quattro le persone rimaste uccise durante le proteste. Altre sei persone sarebbero rimaste ferite, mentre sono stati danneggiati o dati alle fiamme molti edifici governativi, banche e luoghi religiosi. Secondo il governatore, ad aprire il fuoco contro i manifestanti non sarebbero stati i poliziotti ma uomini in borghese che hanno sparato anche contro le forze dell’ordine e le stazioni di polizia.
Sulla situazione dell’Iran soffia Trump: “Il potere sta fallendo ad ogni livello, è tempo di cambiare”, dice il presidente Usa nella speranza di far saltare l’accordo del patto anti-nucleare sottoscritto da Teheran con Obama e con alcuni paesi occidentali. E’ quanto afferma il presidente americano Donald Trump in un nuovo tweet sulle proteste in corso in Iran, nel quale torna ad attaccare anche l’accordo nucleare stretto dal suo predecessore con Teheran. “L’Iran – si legge- sta fallendo ad ogni livello malgrado il terribile accordo fatto con l’amministrazione Obama. Il grande popolo iraniano è stato represso per tanti anni. Sono affamati di cibo e libertà. Assieme ai diritti umani la ricchezza dell’Iran viene saccheggiata.
Dura la replica del presidente Rohani, per il quale Trump “non ha il diritto di simpatizzare” con il popolo iraniano. Il presidente iraniano contesta infatti duramente la ‘soddisfazione’ con cui i ‘nemici della rivoluzione’ stanno seguendo gli eventi nella Repubblica islamica.
“L’uomo negli Stati Uniti che oggi vuole simpatizzare con il nostro popolo – ha detto Rohani durante la riunione di governo, in un riferimento al presidente americano che non cita mai per nome – ha dimenticato che pochi mesi fa ha definito la nazione iraniana terrorista. Questa persona, che è contraria alla nazione iraniana dalla punta dei piedi alla cima dei capelli, non ha il diritto di simpatizzare con il popolo iraniano”.
“La persona che lavora ogni giorno contro la nazione iraniana – ha insistito Rohani nel suo attacco al presidente degli Stati Uniti – non può simpatizzare con la nazione iraniana. E anche quel paio di nazioni arabe della regione che in questi anni hanno lavorato contro la nazione iraniana non possono essere comprensive con la nazione iraniana”.
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