Ancora sangue di innocenti nella striscia di Gaza a causa dell’inasprimento del conflitto tra israeliani e palestinesi alla vigilia del 15 maggio, data della ‘Nakba‘, con cui i palestinesi ricordano la nascita dello Stato di Israele nel 1948 e il loro esodo. Dopo il dietrofront dell’esercito israeliano, seguito all’annuncio di una operazione via terra, sono proseguiti anche questa notte gli attacchi aerei e i lanci di razzi. Due donne e 8 bambini, tutti membri della stessa famiglia Abu Hatab, sono stati uccisi la scorsa notte in un attacco israeliano nel campo profughi di Al-Shati. Lo riferisce l’agenzia Maan, secondo cui ad essere colpita è stata una casa di tre pia
Nel pomeriggio (foto a sinistra) l’aviazione israeliana ha colpito, dopo un breve preavviso, il grattacielo al-Jala, nel pieno centro di Gaza, dove ci sono le sedi di al-Jazeera e di agenzie internazionali di informazione, tra le quali l’Associated Press. Gli altri piani sono occupati da uffici commerciali. Video diffusi sul web mostrano che dopo l’attacco il grattacielo al-Jala è crollato. “Siamo sconvolti e inorriditi”: così in una nota la Associated Press commenta l’attacco a Gaza City.
Il portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam, ala militare di Hamas, ha preannunciato: “La nostra reazione scuoterà Israele”.
La scusa di Israele è che “Hamas ha trasformato zone residenziali a Gaza in postazioni militari. Usa edifici elevati a Gaza per fini militari di vario genere come la raccolta di informazioni di intelligence, la progettazione di attacchi, operazioni di comando e controllo, e per le comunicazioni‘. Per cui… “quando Hamas utilizza un edificio elevato per fini militari, esso diventa un obiettivo militare legittimo. Il diritto internazionale è chiaro“. Il portavoce ha aggiunto che l’aviazione israeliana ha avuto cura di non colpire civili, “ricorrendo a messaggi sms” e “colpendo preventivamente il tetto” dell’edificio con un primo attacco di avvertimento “che fa rumore e non danni”. “Ciò lascia tempo a sufficienza per abbandonare l’edificio”, secondo il portavoce. “Tutti i grattacieli colpiti da Israele erano sfruttati per fini militari”, ha ribadito.
Anche la scorsa notte sono proseguiti gli attacchi aerei e il lancio di razzi da Gaza. Dall’inizio del conflitto, da Gaza sono stati lanciati circa 2.300 razzi verso Israele. Di questi – ha detto l’esercito israeliano – 1.000 sono stati intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome. Secondo la stessa fonte circa 380 sono ricaduti all’interno del territorio di Gaza.
Nel sesto giorno di attacchi aerei israeliani consecutivi sulla striscia di Gaza il ministero della sanità di Hamas ha detto che il numero aggiornato dei morti è di 139 persone, fra cui ben 39 bambini. I feriti sono stimati un migliaio.
L’ala militare di Hamas ha rivendicato la paternità dell’attacco missilistico sferrato contro l’intera area urbana attorno a Tel Aviv. Lo riferiscono i media. “Si è trattato – ha precisato Hamas – della risposta alla strage avvenuta nel campo profughi di Shati”, presso Gaza.
Sono 950 i feriti nell’attacco che nella serata di ieri continuava, anche se con minore intensità. Anche i lanci di razzi da Gaza non si sono interrotti: le sirene anti-missili hanno suonato ieri sera a Be’er Sheva, nel sud di Israele.
I caccia israeliani hanno colpito durante la notte obiettivi nel centro di Gaza, come ha riferito l’esercito israeliano. L’aviazione israeliana ha colpito diversi siti nella Striscia durante la notte, mentre i razzi hanno nuovamente colpito lo Stato ebraico. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito un “ufficio operativo” di Hamas vicino al centro di Gaza City, con ulteriori attacchi notturni contro quelli che i militari hanno chiamato “siti di lancio sotterranei”. Le sirene di allarme anti-missile hanno suonato nelle prime ore del giorno in varie località del sud di Israele.
Ieri c’era stata una pioggia di fuoco sui tunnel dove di solito si nascondono i capi di Hamas . Infatti al quinto giorno di guerra con Gaza, Israele – nei più intensi bombardamenti finora condotti – ha puntato alla rete sotterranea dei miliziani costruita dopo lo scontro del 2014.
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