Ancora una strage generata dalla follia negli Stati Uniti: un uomo entra in un supermercato del Colorado e uccide 10 persone, tra cui un poliziotto

La polizia arrivata pochi minuti dopo la strage nel supermercato di Boulder (Colorado), dove anche un agente è stato ucciso. 

Un uomo entra in un supermarket a Boulder, in Colorado, e apre il fuoco contro le persone che gli capitano a tiro e ne uccide dieci, incluso il primo agente della polizia ad arrivare sul posto. Il killer è stato fermato (foto a destra). Per l’America questo episodio di sangue rappresenta un nuovo shock nel giro di una settimana dopo la strage compiuta nei centri massaggi di Atlanta. Ma il Colorado non è nuovo a questi episodi sanguinosi: vengono infatti ricordate  le stragi del liceo di Columbine e del cinema di Aurora durante la prima del film Joker.

L’allarme è scattato poco dopo le 14.30 locali: il primo agente ad arrivare sul posto è stato il 51enne Talley, ucciso subito dal killer. Alle 14.49 un tweet della polizia ha invitato tutti a tenersi alla larga dall’area. In contemporanea un imponente spiegamento di forze dell’ordine è giunto sul posto circondando l’edificio del supermercato. “Ti devi arrendere e uscire con le mani alzate”, ha detto un agente al megafono rivolgendosi all’assassino. che era ancora all’interno del King Soopers. Poco dopo l’uomo (un bianco) ne è uscito ammanettato, in pantaloncini, senza maglietta e con una gamba insanguinata, scortato da due agenti.

Il capo della polizia di Boulder, Maris Herold, non ha ancora reso noti molti dettagli sullo sparatore: in due successive conferenze stampa si è limitato a riportare il numero delle vittime e dire che il presunto killer è ferito ma sotto la custodia delle forze dell’ordine. “Ci vorranno almeno cinque giorni per completare le indagini sul posto”, ha aggiunto, spiegando che il secondo allarme in un’area limitrofa al supermercato era falso. I testimoni raccontano minuti di paura e caos. “Lo sparatore non ha detto una parola: è entrato e ha sparato”, riferiscono alcuni, descrivendolo armato di un “fucile AR-15”.

Un giovane testimone racconta: “Ho rischiato di morire per una soda e un pacchetto di patatine”. Un uomo racconta della figlia e delle nipoti in fila all’interno del centro per il vaccino per il Covid-19: si sono rifugiate in un bagno riuscendo a telefonare.

L’episodio è destinato a riaccendere (ancora una volta inutilmente?) il dibattito sulla facilità di procurarsi un’arma e sull’inerzia finora dimostrata in materia dai vari presidenti  negli Stati Uniti, compreso l’attuale, il quale appena qualche giorno fa si è preoccupato di definire “killer” il presidente dell’Urss dimenticando ciò che accade (sia pur per altri versi) in casa sua.

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