La situazione in Libia precipita, con il generale Haftar che conquista, nel suo avvicinamento alla capitale, la postazione strategica di Sirte nonostante l’arrivo di truppe turche inviate da Erdogan a dar man forte al premier Sarraj, che è a capo del governo riconosciuto finora dalla comunità internazionale. Di conseguenza è stata annullata per ora la missione diplomatica europea che sarebbe dovuta approdare oggi a Tripoli.
“Da parte nostra non è stata annunciata alcuna missione“, ha fatto sapere in mattinata uno dei portavoce della Commissione europea, avvertendo di non poter confermare gli impegni dell’Alto rappresentante Josep Borrell, che avrebbe dovuto guidare la task force composta dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico. Fortemente voluta da Luigi Di Maio, quersta missione avrebbe dovuto tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto. Obiettivo difficile se non impossibile. In questo caos, però, in Italia Matteo Salvini trova il tempo per ironizzare sui “vertici notturni a Palazzo Chigi mentre in Libia arrivano turchi, russi, francesi, egiziani e mezzo mondo”. Vorrebbe che arrivassero anche i soldati italiani? Non lo dice, perché non è in grado di dirlo. Ma lui è sempre in campagna elettorale in Italia.
Di Maio – che l’8 gennaio dovrebbe al Cairo, poi in Algeria e Tunisia – ha risposto alle polemiche ribadendo che la Libia è “una delle priorità” per l’Italia e sottolineando di essere in continuo contatto con gli omologhi europei e non solo. C’è stata anche una telefonata tra Conte e Merkel in cui ribadiscono la necessità di “elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere una soluzione politica” e confermano “l’esigenza di uno stretto raccordo europeo” sulle crisi in Libia e Iraq. Ma il precipitare della situazione militare in Libia ha dato il colpo, per ora, alla ambizione di una positiva missione europea. Per ora.
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