Immaginifico, grottesco, visionario, l’attesissimo “Loro 1” di Paolo Sorrentino nelle sale da oggi, non delude. Il regista non tradisce lo stile originale che lo ha reso famoso in tutto il mondo e ci regala la sua rappresentazione di quell’estetica berlusconiana che ha dominato gli ultimi vent’anni nel nostro Paese. Donne giovani, belle anzi bellissime, possibilmente avvolte in succinti abiti e disposte a tutto pur di arrivare al successo, come peraltro le rappresentano i suoi show televisivi ( “Ma perché non hai mai fatto un programma culturale nelle tue televisioni?” chiede Veronica a Silvio mentre alza gli occhi da un libro di José Saramago). Che ha plasmato vecchie e nuove generazioni, dove “una bugia a forza di raccontarla diventa realtà” spiega uno strepitoso Tony Servillo nei panni di Silvio Berlusconi tutto intento ad erudire il caro nipotino sulle strategie di marketing alla base del suo impero.
Non è un biopic nel tradizionale senso della parola ma, come spiega lo stesso regista, un racconto di finzione “che ambisce a tratteggiare, per squarci o intuizioni, un momento storico definitivamente chiuso che, in una visione molto sintetica delle cose, potrebbe definirsi amorale, decadente, ma straordinariamente vitale”.
Chiariamo subito che Berlusconi- Servillo entra in scena nel finale, dopo un’abbondante ora di film, perché gran parte della pellicola è dedicata al mondo che circonda “Loro” ossia i potenti, quelli che contano, quelli che hanno tanti soldi e tirano le redini del potere. E’ su quell’universo che punta Sergio Morra (bravo Riccardo Scamarcio), che potrebbe ricordare il pugliese Giampaolo Tarantini. In una Taranto notturna e proibita si muove già con grande naturalezza assoldando belle ragazze e prostitute occasionali da offrire al politico di turno per vincere qualche appetitoso appalto pubblico.
L’obiettivo vero però è Roma e Lui, Berlusconi. Da qui parte un florilegio di tette e culi da capogiro. Forse con qualche intercessione di troppo su alcune scene di sesso. Il tutto avvolto in una densa nube di cocaina e droghe di ogni genere, con tanto di spiegazione medica circa gli effetti di una di loro, in una delle sequenze più esilaranti del film. Da Roma il passo verso Villa Certosa è breve. Morra prende in affitto una lussuosa dimora proprio di fronte alla magione berlusconiana e si porta dietro una folla di fanciulle da offrire “all’imperatore” come disse la Lario quando coniugò la definizione “ciarpame senza pudore”.
C’è una scena che vale tutto il film: una sfilza di ragazze con indosso bikini succinti, immobili in piedi sullo yacht, con lo sguardo disperato rivolto verso Villa Certosa in attesa che il Cavaliere le noti.
Senza voler scomodare termini ormai definiti desueti, come mercificazione dei corpi femminili o similitudini varie, si erge l’affresco sorrentiniano attraverso l’ausilio di una carrellata di ottimi attori ed attrici. Da Elena Sofia Ricci nei panni di Veronica Lario, Ugo Pagliai in quelli di Mike Buongiorno, Michela Cescon nella fida segretaria Marinella. E poi Fabrizio Bentivoglio in quello che potrebbe essere forse l’ex ministro Bondi, Anna Bonaiuto, Kasia Smutniak, Ricky Memphis, Iaia Forte, Roberto Herlitzka. Il vero Fabio Concato che sul prato della villa in Sardegna, quella del bunga bunga e del falso vulcano, canta “Domenica bestiale” , la canzone malandrina che fece da cornice all’amore tra Silvio e Veronica.
Il tutto raccontato con il tono ironico e sarcastico, probabilmente mai veramente cattivo, proprio del cineasta napoletano, che si è avvalso ancora una volta della fantastica fotografia di Luca Bigazzi. Il 10 maggio “Loro 2”.
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