di FABIO CAMILLACCI/ Prosegue lo spezzatino più lungo della storia della Serie A. Primo anticipo di giovedi: Lazio-Empoli 1-0 (perchè sabato 9 all’Olimpico c’è Italia-Galles di rugby per il “Sei Nazioni”). Secondo anticipo di venerdi: Chievo-Roma 0-3 (perchè i giallorossi martedi 12 febbraio giocheranno in casa contro il Porto per l’andata degli ottavi di Champions). Sabato e domenica il resto del programma della 23° giornata. Assurdo, pazzesco: ma questo d’altronde è il calcio di oggi, ostaggio delle televisioni. Intanto, con queste due vittorie le romane si prendono il quarto posto a braccetto in attesa di Milan-Cagliari di domenica sera. Il massimo col minimo sforzo per i biancocelesti contro i toscani, una scampagnata per i giallorossi al Bentegodi di Verona contro l’ultima in classifica, nonostante i numerosi problemi che attanagliano la squadra di Di Francesco. E infatti la partita contro i clivensi comincia con la contestazione (contro giocatori e dirigenza), ma, finisce col sollievo della ritrovata vittoria. Una vittoria frutto della superiorità tecnica in campo; anche se il Chievo in più di un’occasione ha spaventato la Roma, salvata dal portiere di riserva Mirante. A proposito, ma siamo proprio sicuri che il titolare Olsen (oggi assente per infortunio) sia migliore del suo secondo? Nutriamo molti ma molti dubbi.
Il match di Verona. Chievo fanalino di coda e veramente scarso, soltanto generoso: ormai la Serie B per i ragazzi di Mimmo Di Carlo è dietro l’angolo. Le reti di El Shaarawy (capocannoniere romanista in campionato con 8 reti), Dzeko (il bosniaco sta ritrovando la forma dei tempi migliori) e Kolarov (7° centro stagionale per il serbo, 6° in campionato), sono un buon viatico per la sfida al Porto in Champions League. Di Francesco è ufficialmente tornato al 4-3-3 schierando però la 31° formazione diversa in altrettante partite stagionali. Segnale che a Trigoria il caos tecnico-tattico continua a regnare. Si attendono conferme e soprattutto continuità di risultati e prestazioni. Senza dimenticare i 30 infortuni stagionali, compreso quello riportato stasera da Schick, problema al flessore per il ceco. Una similitudine con quanto accadde quando Di Francesco allenava il Sassuolo; solo una coincidenza? Sarà, ma, ricordiamo che è il tecnico a scegliere i preparatori atletici. Resta il solito dilemma: non sai mai che Roma fa. Come il meteo.
Due curiosità. La prima è statistica: Edin Dzeko con la rete di oggi aggancia Marco Delvecchio all’8° posto con 83 reti nella classifica dei bomber romanisti di tutti i tempi. Mentre come detto, Kolarov segna e prova a far pace con i tifosi. Dopo aver fatto centro, il serbo va ad inchinarsi (foto Ansa) sotto il settore riservato ai tifosi giallorossi, che ultimamente lo hanno bersagliato di critiche; tutta colpa di alcuni battibecchi ravvicinati e via social. Ma il gol e il gesto non placano la contestazione. I 500 romanisti a caldo lo interpretano, infatti, come una mezza provocazione e gli dedicano altri insulti. Poi, nonostante la vittoria, al fischio finale restano sul piede di guerra cantando: “Vincete solo col Chievo”. E ancora: “Tifiamo solo la maglia”. E’ evidente che alla Roma i giorni turbolenti non sono ancora terminati. Pesano e tanto le numerose figuracce fin qui rimediate da una squadra costruita male e allenata peggio. Siamo a febbraio e la Roma è ancora una squadra senza identità e senza personalità.
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