Le destre si astengono in Senato sulla mozione Segre contro razzismo e antisemitismo

La senatrice a vita Liliana Segre al Memoriale della Shoa per la cerimonia della consegna delle Medaglie d’Onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager Nazisti e ai familiari delle vittime (foto Ansa di Matteo Bazzi)

L’aula del Senato ha approvato con 151 voti favorevoli, nessun voto contrario e 98 astensioni la mozione per istituire una commissione straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre (foto), sopravvissuta alla deportazione nei lager nazisti . Un lungo applauso e senatori in piedi al termine del voto. Ma il fatto che la mozione non abbia ottenuto l’unanimità, per l’astensione dei gruppi della destra, è stato considerato un fatto che segnala una presa di distanza di quel settore del parlamento da una iniziativa che avrebbe dovuto riscuotere il consenso e l’adesione di tutta l’assemblea. Tant’è che una voce polemica è arrivata anche dalla senatrice Mara Carfagna, vice presidente del Senato ed esponente di Forza Italia, che ha palesato sconcerto nei confronti del proprio gruppo parlamentare di appartenenza.

A sua volta l’altra vice presidente, Anna Rossomando, del Pd, ha detto che questa è stata “un’occasione persa. L’approvazione della mozione proposta dalla senatrice Liliana Segre con il voto unanime di tutto il Senato sarebbe stata un segnale forte e simbolico. La destra ha provato a piantare le sue bandierine e non è stato possibile, neanche su un argomento come questo, trovare una condivisione senza se e senza ma”.

Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd, ha scritto su Twitter:“La #Lega e #FDI si astengono sulla costituzione della commissione proposta da #LilianaSegre contro chi istiga all’odio e alla violenza e purtroppo anche #Forza Italia, che si professa liberale, si accoda. È il segno della deriva di una destra che si consegna all’estremismo e lo difende”.

Il vicecapogruppo vicario di Forza Italia al Senato Lucio Malan ha così motivato quella astensione: “Non condividendo taluni contenuti della mozione della maggioranza e ribadendo la massima solidarietà alla senatrice Segre per gli odiosi attacchi che subisce sulla rete, Forza Italia si asterrà sulla mozione della maggioranza ma sin d’ora assicura il suo fattivo contributo ai lavori della istituenda commissione parlamentare. Sul piano dei contenuti riteniamo troppo ambiguo il passaggio sul contrasto ai nazionalismi – ha spiegato il senatore – e la necessità di colpire anche dichiarazioni ‘sgradite’, anche quando non siano lesive della dignità della persona. Per noi prevalgono sempre i principi della libertà di espressione sanciti dalla nostra Costituzione, nei limiti previsti dalla legge. Affermare la propria identità deve essere sempre consentito, se non lede la libertà altrui. Ci dispiace che tali aspetti non siano stati espunti dalla mozione di maggioranza, impedendo un voto unanime che era a portata di mano”. E poi rivolgendosi al capogruppo di Italia viva, Davide Faraone, che aveva attaccato FI in Aula, ha aggiunto: “Deprechiamo la sua posizione intrisa di pregiudizi: ci accusa falsamente di aver cambiato la nostra mozione dopo il voto in Umbria. E’ una fake news per mettere in atto una posizione escludente rispetto all’opposizione, paradossale su un provvedimento come questo”.

Il senatore di FdI Giovanbattista Fazzolari ha così giustificato l’astensione: “Fratelli d’Italia non ha votato a favore dell’istituzione della commissione perché non è una commissione sull’antisemitismo, come volevano far credere, ma una commissione volta alla censura politica. Purtroppo la mozione Segre è in realtà la mozione Boldrini, perché ricalca fedelmente la commistione ‘Jo Cox’ istituita dall’allora presidente della Camera, con la finalità di creare un gruppo di ‘saggi’ con il potere di censurare chi non rispetta i canoni del politicamente corretto. Insomma, la commissione approvata oggi riesce dove aveva fallito la Boldrini. E’ impensabile parlare seriamente di contrasto all’antisemitismo e ai totalitarismi senza fare alcun riferimento all’integralismo islamico».

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