Senza un congresso “sarà Renzi che farà la scissione, che imporrà una frattura. E’ normale”. Lo dice Massimo D’Alema a ‘Carta bianca’. “Noi vogliamo un congresso perché il Pd è un grande partito che viene da ripetute sconfitte politiche”. “Penso che una parte” dei Democrat “uscirebbe, forse non una maggioranza”. “Ci sono per esempio tra i tre e i cinque milioni di elettori della sinistra che non votano più per il Pd, quelli si sono già scissi. Già l’obiettivo di recuperarli avrebbe un non irrilevante valore”, sottolinea.
Renzi risponde così nella sua Enews: “Nell’assemblea del Pd del 18 dicembre mi è stato chiesto di non fare il congresso straordinario ma di rispettare la tempistica e le regole dello Statuto. Perché se uno fa parte di una comunità deve rispettarne le regole, no?”.
E prosegue: “Elezioni. Nei palazzi della politica non parlano d’altro. Sono temi che sento molto lontani. Non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito. Dopo il referendum, purtroppo, non sarà facile governare l’Italia. La nostra proposta di semplificare il sistema è stata bocciata. Pertanto il problema non è con quale legge si vota, visto che questo interessa soprattutto agli addetti ai lavori che sognano un posto in Parlamento, ma quali idee si propongono”.
E’ una evidente sciocchezza, soprattutto perché Renzi contraddice se stesso, avendo sempre affermato che fare una buona legge elettorale serve ad assicurare la governabilità. E questa governabilità non è garantita dal disastro che lui ha combinato imponendo “l’Italicum”, cioè una legge mal concepita, tanto che poi è stata bocciata, con correzioni opinabili, dalla Corte Costituzionale.
Ma Renzi si sente già in campagna elettorale. Infatti oggi ha ricominciato con gli annunci fasulli, ma acchiappa-voti: “Ridurremo (parla con il plurale maiestatis) l’Irpef!”.
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