Arrestato anche il capobanda (congolese, 20 anni) degli stupratori di Rimini dopo la confessione dei tre minorenni (due marocchini e un nigeriano)

La fuga di Butungu. Il congolese era armato: aveva un coltello e alle 2 di notte era sfuggito alla cattura nel centro di Pesaro mentre si trovava in bicicletta. Ma aveva il cellulare: seguendone le tracce, la polizia ha individuato il luogo in cui si trovava. Nella fuga ha perso anche i documenti. A quel punto il ventenne ha tentato la fuga all’estero, probabilmente verso la Francia, salendo su un treno a Pesaro diretto a Milano, ma la sua corsa è finita a Rimini. La polizia lo ha fermato mentre il treno transitava in stazione e, una volta bloccato il convoglio, gli uomini dello Sco e della squadra mobile sono saliti e hanno trovato il ragazzo in una delle carrozze.

“Turpi, brutali e ripetuti atti di violenza”: questa l’accusa su sui poggia il decreto di arresto per tutti e quattro i giovani  violentatori, firmato dal procuratore per i minorenni di Bologna, Silvia Marzocchi. Il procuratore è rimasto fino ad oltre le due di notte a Rimini per procedere agli interrogatori dei due fratelli marocchini e del 16enne nigeriano.”L’arresto di questa mattina è stato una doppia soddisfazione perché a mettere le manette al quarto uomo sono state due donne. Un gesto simbolico che ha reso giustizia alle vittime delle violenze”, racconta il questore Maurizio Improta. “Un risultato reso possibile da un grande lavoro di squadra. L’uomo in un primo momento ha cercato di negare la sua identità. Ma ormai era stato inchiodato”.

Ieri si erano presentati in caserma i due fratelli marocchini del branco, di 15 e 17 anni. Poi era stato fermato dalla squadra mobile di Rimini il terzo componente del gruppo. “Gli ho detto di andare subito dai carabinieri. Può capitare che uno rubi un telefonino, ma non che uno violenta una donna. Se hanno fatto una cosa del genere devono pagare“, ha dichiarato al Resto del Carlino il padre dei due fratelli.

Adesso i tre minorenni  sono stati portati al centro di prima accoglienza della struttura penitenziaria minorile di via del Pratello a Bologna. Per il congolese di 20 anni è competente la Procura ordinaria di Rimini.

I video delle telecamere di sorveglianza da cui la Polizia è risalita all’identificazione mostrano i ragazzi camminare tranquillamente per le strade della cittadina deserta, alle 3 di notte del 26 agosto. L’apparenza è quella di quattro ragazzi come tanti, vestiti con bermuda, felpe, cappelletto con visiera, scarpe da ginnastica e zainetto sulle spalle. Di media statura, magri, dal fisico non particolarmente prestante, la loro forza è stata quella di agire in branco.

Le reazioni. “Io mi auguro le pene che sono previste dal codice, che sono valutate e calcolate sulla base della congruità. Gli esempi vanno dati con la tempestività delle indagini e degli arresti, così come oggi è avvenuto”, ha risposto il ministro della Giustizia  Andrea Orlando ai cronisti che gli hanno chiesto se per i presunti stupratori si augura “pene esemplari”. “Se colpevoli, minorenni o no, castrazione chimica e poi a casa loro!”, ha commentato, come di consueto, Matteo Salvini.

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