Arriva Grillo a Roma per stemperare gli attriti in seno al M5s. Ma intanto si apre il caso della candidatura di Lannutti alla presidenza della commissione d’inchiesta sulle banche

Beppe Grillo all’uscita dall’ hotel Forum a Roma (foto Ansa di Massimo Percossi

Le difficoltà che creano affanno nel M5s hanno indotto Beppe Grillo a fare una delle sue incursioni nella capitale per rimettere in riga esponenti e parlamentari del Movimento. Dopo la defezione di tre senatori e un quarto (Gianluigi Paragone, ex (molto ex) direttore di dell’emittente legista  Radio Pafania, che ha votato contro la manovra economica del governo (approvata in Senato  con ampio margine sui contrari), Grillo ha ritenuto necessario dare appoggio al suo “delfino”, Luigi Di Maio.

E la prima cosa che dice ai cronisti e poi all’assemblea dei senatori pentastellati è questa: «Nessuno è in grado di fare quello che fa Luigi, va sostenuto. Tempo al tempo si sistemeranno tutte le cose». Poi ha aggiunto rivolto ai cronisti in attesa davanti all’hotel Forum.: «Siete voi le vere sardine di questo paese: guardate come mi comprimete . Avete dei microfoni che odorano di aliti terribili. E siete anche poco puliti, nel senso che avete degli aliti pazzeschi … non posso stare in mezzo a voi così!».

Antonio Di Pietro e Elio Lannutti escono dall’hotel Forum dopo aver incontrato Beppe Grillo (foto Ansa di Alessandro Di Meo)  

Ma proprio oggi è cresciuta la tensione nel M5s a causa della candidatura (da parte del Movimento) di Elio Lannutti a presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche in riferimento a ciò che è accaduto alla Banca Popolare di Bari. Perché si è scoperto che il figlio  di Lannutti, parlamentare del M5s,  lavora proprio in quella banca. Nulla di scandaloso, ma l’opportunità di evitare questa situazione ha indotto anche il Pd a insistere perché il senatore 5Stelle Elio Lannutti rinunci alla candidatura. Questi è molto irritato e reagisce così: «Non mi sfilo da un bel niente, nessuno mi ha chiesto un passo indietro». Ma il M5s fa notare che «il nome del presidente sarà il frutto di un accordo di maggioranza». E nei corridoi parlamentari circolano già nomi per un’alternativa a Lannutti.  Il secondo più votato dal M5S, dopo Lannutti, è il deputato Alvise Maniero. Ma in pole ci potrebbero essere anche altri candidati. Due donne in particolare: la presidente della commissione Finanze della Camera Carla Ruocco e il Questore del Senato Laura Bottici. “Non c’è nessun nome effettivo”, spiegano i vertici pentastellati. Eppure, nei prossimi giorni ci potrebbero essere delle novità, con delle appendici. Perché nel caso l’accordo Pd-M5S-Iv cada su Ruocco si libererebbe un posto alla presidenza della commissione Finanze. Nel caso la spunti la Bottici, sarebbe il ruolo di Questore a Palazzo Madama a liberarsi. Caselle che potrebbero andare al Pd.

Lannutti ha incontrato Beppe Grillo a Roma. Con lui Antonio Di Pietro (foto). Al termine dell’incontro Lannutti ha confermato che non intende ritirare la sua candidatura alla presidenza della commissione.
«Io non ho mai voluto denunciare nessun collega, ma ora ho affidato la tutela del mio onore ad Antonio Di Pietro e ad Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef», dice Elio Lannutti. «Cosa significa che mio figlio lavora in banca? Dov’è il conflitto di interesse? Andate a vedere il conflitto di interesse di coloro che hanno fatto i crack e non di uno che lavora onestamente. Vi dovete vergognare! Di Pietro mi difenda anche da questo! Alla commissione banche io non mi volevo neppure candidare: me lo hanno chiesto, io facevo il tifo per Paragone! Ma poi, con le procedure del M5S, mi hanno scelto. Dunque io sono il candidato del M5S e confermo che non farò nessun passo indietro». Poi Lannutti aggiunge: «Chi spacca non sono io ma chi non voterà la mia persona».

«Dovrebbe essere Lannutti a ritirarsi dalla candidatura per la presidenza della commissione banche – scrive su twitter Alessia Morani (Pd), sottosegretaria allo Sviluppo economico – Mi auguro che abbia la sensibilità di togliere la maggioranza da questo grande imbarazzo».

“Elio Lannutti dice bene: il presidente di una commissione parlamentare d’inchiesta non è un dittatore, ma si attiene alla maggioranza. E siccome sulla sua auto-candidatura la maggioranza non c’è, agisca di conseguenza”. Lo scrive Enrico Borghi, della Presidenza del gruppo Pd alla Camera, in un commento sul suo profilo Twitter.

“Penso che Elio Lannutti sia la persona con gli skills maggiormente adeguati per quel ruolo quindi noi insisteremo con Elio Lannutti”. Lo afferma Daniele Pesco, presidente della commissione Bilancio del Senato a radio anch’io su radio Uno in merito all’ipotesi che il senatoreM5s Elio Lannutti possa ricoprire il ruolo di presidente della commissione d’inchiesta sulle banche.
“Io non mi sfilo da un bel niente. E nessuno mi ha chiesto un passo indietro. Di Maio nell’ultima assemblea, a mia precisa domanda, ha risposto: vai avanti”. Il senatore M5s Elio Lannutti, intervistato dalla Stampa, ribadisce di essere il candidato del Movimento alla presidenza della commissione d’inchiesta sulle banche. “Sono la memoria storica di tutti i crac bancari: dal 2001 al 2018 ce ne sono stati per 98 miliardi di euro e 1,6 milioni di risparmiatori”, dice Lannutti. In merito al sostegno di Matteo Salvini, “lo ringrazio perché credo che la nomina debba avvenire con il più ampio consenso possibile. Se Pd e Renzi non mi voteranno saranno loro a spaccare la maggioranza. Se ne assumeranno le responsabilità”. Su Bankitalia, Lannutti auspica il controllo da parte del Parlamento. “In altri Paesi, azionista della banca centrale è il pubblico, non le banche private. Saniamo l’anomalia”, esorta. Quanto al governatore Ignazio Visco, “voglio tranquillizzarlo. Non deve avere paura, se non ha nulla da nascondere”, dichiara Lannutti. “Se ci sono stati tutti questi fallimenti, qualche responsabilità ci sarà o no? Guardo all’attualità: la nomina di Antonio Blandini a commissario della Popolare di Bari. È lo stesso commissario della Banca Tercas il cui salvataggio fu imposto alla Pop.Bari. C’è un approccio un po’ troppo fideistisco su Bankitalia”.

Di Pietro, ho detto a Grillo che non condivido espulsioni – “Di Razzi e Scilipoti ce ne sono in tutti i partiti. Per me è deprecabile il comportamento delle persone che lasciano il partito ma altrettanto deprecabile è la pretesa che le persone che siedono in Parlamento debbano votare alzando la mano senza poter esprimere le loro opinioni”. Così Antonio Di Pietro al termine del colloquio con Beppe Grillo. “Ho apprezzato il comportamento di Paragone che ha espresso il suo parere restando nel gruppo. Non condivido chi lo critica né chi sostiene che chi vota in dissenso debba venire espulso. Io – continua – sono convinto che la libertà di voto espressa dalla Costituzione debba rimanere e che nella ricerca della classe dirigente vadano fatti meno errori, come ho fatto anche io. D’altra parte tutti i partiti fanno errori non solo il M5S”.

Grillo, le Sardine sono movimento igienico-sanitario  – Le Sardine “sono un movimento interessante, da tenere d’occhio. Non si facciano mettere il cappello da nessuno”. Così Beppe Grillo che aggiunge:”Sono un movimento igienico sanitario”. “Siete voi le vere sardine di questo paese: guardate come mi comprimete . Avete dei microfoni che odorano di aliti terribili . E siete anche poco puliti, nel senso che avete degli aliti pazzeschi … non posso stare in mezzo a voi così !”, ha detto Grillo ai cronisti che lo “assediano” all’uscita dell’hotel Forum.

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