L’attacco chimico dei giorni scorsi in Siria, che ha suscitato indignazione internazionale ed è stato usato come pretesto per il raid aereo americano contro una base siriana “è stato costruito al 100%, anche perché le forze armate siriane non possiedono più armi chimiche”: lo ha detto il presidente Bashar el Assad in un’intervista all’agenzia France Presse citata dai media internazionali. Assad ha anche aggiunto che l’attacco Usa “non ha ridotto” la potenza di fuoco delle forze governative.
Ma c’è di più: Damasco accusa le forze della coalizione internazionale anti-Isis di avere provocato “centinaia di morti”, ieri pomeriggio, in un raid contro un deposito dell’Isis pieno di sostanze tossiche, nel villaggio di Hatla. Lo comunica l’agenzia di stampa ufficiale siriana “Sana“. Nel comunicato si sottolinea che tra le vittime ci sono “un gran numero di civili”. Anzi “la nube tossica dopo il raid conferma il possesso di armi chimiche da parte di Daesh e Al-Nusra”. Da parte sua, il portavoce della coalizione a guida Usa in Siria e Iraq, colonnello John Dorrian, ha negato che vi sia stato nei giorni scorsi un attacco a un deposito di armi chimiche sotto controllo Isis.
E quindi, dopo il duro faccia a faccia di ieri tra Putin e il segretario di Stato Usda, Tillerson, e dopo gli aspri scontri verbali a distanza tra il presidente russo e Trump, è immaginabile che il clima tra le due potenze non migliorerà, anche perché l’ONU continua a comportarsi come in passato: silenzio o acquiescenza cieca nei confronti degli Stati Uniti.
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