ASSETTI ISTITUZIONALI. E’ possibile una svolta democratica per l’Europa?

aldo-tortorellaL’ Europa è attraversata da una crisi profonda. I “5 Presidenti” avanzano le loro proposte. E’ possibile una vera discussione partecipata che coinvolga istituzioni, soggetti politici e sociali, opinione pubblica? Puo’ esserci una proposta alternativa  a livello europeo che leghi democrazia e questione sociale? Il momento per farsi sentire è adesso, le proposte dei 5 Presidenti riaprono la discussione sull’assetto istituzionale europeo attuale anche se in sostanza ripropongono nel merito le politiche fallimentari di questi anni.

E’ un’occasione che le componenti democratiche e di sinistra europee non debbono e non possono perdere per proporre anzitutto una diversa idea di Europa solidale, accogliente verso chi fugge da guerre e miseria, in grado di offrire occupazione di qualità e con il pieno riconoscimento dei diritti di chi lavora come basi per una diversa competitività, affrontando la divaricazione tra chi lavora troppo e chi non lavora affatto, ricostruendo uno stato sociale generalizzato forte e solidale, riducendo la divaricazione tra i redditi e mettendo sotto controllo un mondo della finanza senza regole, realizzando uno sviluppo di qualità ambientalmente sostenibile nell’ambito di una politica di pace senza se e senza ma.

Il nuovo assetto istituzionale proposto dal documento dei 5 Presidenti  deve essere l’occasione per ridisegnare  l’assetto dell’Europa con particolare riguardo a quello dell’Uem, compresa la revisione dei trattati che oggi ingessano le politiche europee, legando strettamente partecipazione democratica e qualità sociale dell’Europa che la formula economia sociale di mercato ha dimostrato di non sapere realizzare di fronte al predominio neoliberale che ha fatto dell’austerità il riferimento di tutto. Questa proposta di riassetto istituzionale si propone di perpetuare le politiche del passato ma è anche la conferma di una crisi del disegno europeo che si è largamente evidenziata  nel rapporto con la Grecia. Le componenti democratiche e di sinistra dell’Europa debbono cogliere l’occasione per entrare in campo con proposte diverse, alternative di cambiamento anzitutto dell’UEO. Appuntamento a Roma venerdì 20 novembre 2015 ore 9,30-17,30 Sala Fredda, via Buonarroti 12 Roma. Presiede Aldo Tortorella (foto). Introduzioni di Roberto Musacchio,  Maria Luisa Boccia, Alfiero Grandi.

Parteciperanno Vittorio Bardi, Felice Besostri, Fabrizio Bocchino, Salvatore Biasco, Salvatore Bonadonna, Marisol Brandolini, Beppe Caccia, Francesco Campanella, Aldo Carra, Luciana Castellina, Paolo Ciofi, Raffaele D’Agata, Virgilio Dastoli, Alfredo D’Attorre, Roberto Della Seta, Claudio De Fiores, Giulio De Petra, Rita Di Leo, Piero Di Siena, Ida Dominijanni, Fausto Durante, Stefano Fassina, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Nicola Fratojanni, Nicola Genga, Alfonso Gianni, Claudio Grassi, Giorgio La Malfa, Francesco Martone, Isidoro Mortellaro, Roberto Morea, Simone Oggionni, Alberto Olivetti, Elena Paciotti, Leonardo Paggi, Valentino Parlato, Gabriele Pastrello, Giampaolo Patta, Felice Roberto Pizzuti, Michele Prospero, Rosa Rinaldi, Stefano Rizzo, Cesare Salvi, Bia Sarasini, Elly Schlein, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Zani

APPELLO DEL COMITATO PER IL NO  NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE SULLA RIFORMA RENZI-BOSCHI

indirizzato ai presidenti della Camera e del Senato e ai deputati e ai senatori della Repubblica per la sospensione della discussione sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi

In un tornante della storia, quale si va profilando in conseguenza della mattanza occorsa il 13 novembre a Parigi per opera di seguaci del Daesh, il Direttivo del Comitato per il No al referendum costituzionale sulla riforma Renzi-Boschi, chiede al Presidente della Camera dei deputati e ai Presidenti dei gruppi parlamentari di rinviare a data da destinarsi la discussione, già fissata per il prossimo 20 novembre, davanti alla Camera dei deputati, per l’approvazione, in prima deliberazione, del d.d.l. cost. n. 2613-B.

Il Comitato ritiene infatti inopportuno che in un momento così grave che richiede l’unità di tutte le forze politiche e sociali – come ai tempi del terrorismo, se non peggio -, le Camere possano procedere tranquillamente nel loro lavoro di revisione della gran parte degli articoli della Costituzione come se nulla fosse accaduto. Mentre è proprio nei momenti di crisi, che la Costituzione, nei suoi principi e valori, dovrebbe costituire il simbolo, per eccellenza, dell’unità del popolo italiano.

Né si obietti che, con la progettata modifica della Camera e del Senato, lo Stato italiano acquisirebbe maggior forza per contrapporsi al terrorismo jihadista. Proprio l’esperienza degli anni di piombo ha infatti insegnato che le battaglie contro l’eversione non si combattono limitando i poteri del Parlamento, che erano gli stessi di quelli tuttora previsti dalla Costituzione del 1947, e che potrebbero semmai essere rimodulati agevolmente con appropriate modifiche regolamentari.

La gravità dell’attuale situazione che potrebbe addirittura sfociare, come da più parti si sostiene, in uno stato di guerra o in una situazione analoga, induce il Comitato per il No a sottolineare che se la riforma Renzi-Boschi venisse approvata nel testo di cui al d.d.l. cost. n. 2613-B, non sarebbero più le Camere a deliberare lo stato di guerra, come previsto dal vigente articolo 79 della Costituzione, ma la sola Camera dei deputati. E ciò, come se il Senato, ancorché rappresentativo delle autonomie locali, quale previsto dalla riforma Renzi-Boschi, non fosse anch’esso un organo dello Stato-comunità e quindi della Repubblica italiana.

Prof. Alessandro Pacepresidente del Comitato per il No

Consiglio direttivo del Comitato per il No nel referendum costituzionale: Gustavo Zagrebelsky (Presidente onorario), Alessandro Pace (Presidente), Pietro Adami, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Francesco Baicchi, Vittorio Bardi, Mauro Beschi, Felice Besostri, Francesco Bilancia, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Sergio Caserta, Claudio De Fiores, Riccardo De Vito, Carlo Di Marco, Giulio Ercolessi, Anna Falcone, Antonello Falomi, Gianni Ferrara, Tommaso Fulfaro, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Raniero La Valle, Paolo Maddalena, Giovanni Palombarini, Vincenzo Palumbo, Francesco Pardi, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Marta Pirozzi, Ugo Giuseppe Rescigno, Stefano Rodotà, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Cesare Salvi, Mauro Sentimenti, Enrico Solito, Armando Spataro, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi.

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