La guardia di finanza di Agrigento ha eseguito un’ordinanza cautelare per 15 indagati in un’inchiesta sull’iter di alcune pratiche all’Agenzia delle entrate. Tra gli indagati, per corruzione e falso, anche un funzionario, Vincenzo Tascarella, arrestato, e l’ex dirigente della direzione regionale delle Entrate di Palermo e da inizio 2014 direttore provinciale a Agrigento, Pietro Pasquale Leto, ai domiciliari con braccialetto. Indagato anche Marco Campione (foto) presidente di Girgenti Acque (la società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento) ed altri imprenditori, medici e consulenti.
Tra gli arrestati figura anche il fratello di Campione, Massimo, l’uomo che rivelò la “black list” delle tangenti alla squadra mobile di Palermo e fece arrestare l’ex presidente di Rfi, Lo Bosco. Campione è accusato di aver promesso l’assunzione a tempo indeterminato della figlia di Pietro Pasquale Leto, in cambio di informazioni sulle verifiche fiscali alla sua società.
Secondo la tesi dell’accusa “bastava versare delle somme di denaro o assumere dei congiunti per ottenere la cancellazione di avvisi di pagamento per le imposte”. Le 15 misure cautelari sono state eseguite dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano su richiesta del procuratore della Repubblica Renato Di Natale.
In carcere sono finiti Antonio Vetro, consulente fiscale, due dipendenti dell’Agenzia delle entrate, oltre a Tascarella, e cioè Giuseppe Cumbo e Giuseppe Castronovo; ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico, Pasquale Pietro Leto; divieto temporaneo dell’esercizio della professione medica per 8 mesi a Giovanni Crapanzano e per 6 mesi a Santo Pitruzzella.
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