di ENNIO SIMEONE – Oggi a Roma si sono aperti i lavori degli “Stati generali dell’economia” promossi dal governo per input del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: lo scopo è di avere il più ampio e articolato contributo, su scala non solo nazionale, per un piano straordinario di rilancio dell’Italia dopo lo shock della pandemia da coronavirus che, primo paese del mondo dopo la Cina, lo ha investito. E’ un evento insolito e straordinario, vista l’annunciata partecipazione di personalità di primo piano dell’Unione Europea. E, proprio per questa ragione, visto subito con sospetto da alcuni settori della politica italiana, persino da alcuni di quelli che lo sostengono, e visto con ostilità dai due partiti di opposizione più accaniti , Lega e Fratelli d’Italia, che hanno costretto il terzo alleato, Forza Italia, ad unirsi nella decisione di respingere l’invito a parteciparvi, che invece Berlusconi aveva intelligentemente deciso di accettare.
Tutti costoro sono mossi non dalla motivazione che hanno tentato di addurre – e cioè dal fatto che l’evento, come hanno affermato, non si svolge in una “sede istituzionale” (pur essendo Villa Pamphili una sede del governo italiano) – ma dal timore che possa accrescere ulteriormente il prestigio e la popolarità del professore Giuseppe Conte, che essi invece amano descrivere – anche, e insistentemente, attraverso i giornali e gli intrattenitori televisivi loro amici – come costantemente in procinto di cadere insieme con il suo governo.
E non è un caso che tra i detrattori più accaniti si esibisca quel personaggio da avanspettacolo che è il presidente della Regione Campania, simbolo del più avvilente teatrino macchiettistico della politica italiana, di cui il Pd non ha il coraggio di liberarsi.
Unico motivo di rammarico è che, proprio nel momento in cui il suo governo è riuscito a riacquistare un prestigio in ambito europeo alla vigilia di decisioni importanti che riguardano lo stanziamento e l’impiego di fondi cospicui e indispensabili per ridare ossigeno ad un’economia devastata dall’aggressione senza precedenti di un virus sconosciuto per la sua pervasività, l’Italia debba rischiare di presentarsi a questo appuntamento dilaniata da squallide beghe intestine che mirano a delegittimarne la guida.
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