di FABIO CAMILLACCI/ Luca Toni sotto shock, a due ore dall’incubo vissuto, riesce ad accennare anche qualche sorriso mentre racconta il pomeriggio da paura vissuto ad Avellino. Ma c’è veramente poco da sorridere, perché quanto accaduto oggi prima di Avellino-Verona di Serie B è davvero scioccante. Insieme al presidente dei veneti Maurizio Setti, Toni è tra le vittime di un’aggressione folle e ingiustificabile (nella foto Gazzetta dello Sport: l’auto dei dirigenti del Verona dopo l’assalto ultrà).
Toni racconta la brutta esperienza ai microfoni di Sky Sport24. Il centravanti campione del mondo con l’Italia di Lippi nel 2006 e oggi dirigente scaligero, è ancora spaventato quando ne parla: “E’ stato un episodio davvero brutto. Eravamo in macchina e ci stavamo recando allo stadio, in fila, insieme alla Polizia. Io ero seduto dietro, mentre davanti, sul sedile del passeggero, era seduto il presidente Setti, alla guida c’era un mio amico. Il presidente Setti indossava una sciarpa della sua azienda, un po’ gialla e un po’ blu ma non era quella del Verona. All’improvviso è passato qualcuno accanto a noi e ha visto la sciarpa. Ci hanno aggrediti non perché ci hanno riconosciuti, ma perché, per via della sciarpa, pensavano che fossimo un gruppo di tifosi del Verona”.
Dalla sciarpa galeotta all’accerchiamento dell’auto da parte degli ultras dell’Avellino. A un certo punto si è scatenato l’inferno e Toni aggiunge: “Stavamo dunque andando allo stadio quando, arrivati nei pressi di una rotonda, ci siamo ritrovati accerchiati da 14-15 persone, che è impossibile considerare tifosi dell’Avellino, nonostante qualcuno avesse la sciarpa verde, perché dopo all’interno dello stadio il pubblico avellinese si è comportato in maniera eccezionale. Gli assalitori hanno pensato che fossimo tifosi ospiti e ci hanno aggredito”.
Una violenza brutale. Il racconto di Luca Toni entra nei dettagli e si percepisce quanta violenza si sia scatenata in pochi minuti e come, solo per miracolo, l’aggresione non sia finita davvero male: “Una volta accerchiati, hanno cominciato a colpire la macchina con calci, pugni, con qualunque cosa trovassero in strada. Noi eravamo dentro la macchina, quando all’improvviso con un calcio hanno sfondato il vetro della macchina dove era seduto il presidente. Abbiamo avuto molta paura, e in quel momento tutte le schegge sono finite addosso al presidente, che per fortuna non ha riportato danni. Con il finestrino aperto, c’è stato un signore che ha lanciato anche una bottiglia di birra dentro la macchina attraverso il finestrino rotto. Per fortuna il presidente Setti è stato colpito sulla pancia, e non al volto dove poteva riportare danni molto più seri”.
E la Polizia Locale invece d’intervenire ha fatto finta di non vedere. C’è questo particolare che rende quanto accaduto ad Avellino ancora più grave. Ed è un particolare che Toni racconta con grande lucidità: “In questa rotatoria dove si è consumata l’aggressione a venti metri c’era un gruppo di vigili urbani. Purtroppo devo dirlo. All’inizio, guardando loro, mi sono sentito protetto, ma invece di venire a darci una mano si sono girati e hanno fatto finta di nulla. Per fortuna nel momento più critico dell’aggressione, con il finestrino rotto, l’auto circondata e i vetri ormai ovunque dentro la macchina siamo riusciti ad andare via. E’ stato bravissimo il mio amico alla guida che ha trovato il modo per guadagnare una via di fuga. È una cosa vergognosa, ho avuto molto paura, ripeto è stato bravo il mio amico con l’auto a guidare, se lui si fermava poteva diventare davvero difficile. È stato bravo a scappare da quella rotonda, altrimenti non so come sarebbe finita”.
Ultras, due pesi, due misure. Considerazione finale: allo stadio Olimpico di Roma ormai non succede più nulla da molti anni, eppure Questore e Prefetto non ne vogliono sapere di togliere quelle barriere che hanno ucciso lo splendido spettacolo offerto da sempre dalle Curve di Roma e Lazio; nel resto d’Italia invece non esistono barriere negli stadi, nonostante siano frequenti episodi come quello di oggi ad Avellino. Non dimentichiamo infatti l’assalto dei tifosi napoletani a quelli spezzini prima di un match di Coppa Italia, episodio passato sotto silenzio. Ma, la lista purtroppo è lunga. Allora, o si mettono le barriere in tutte le Curve italiane, oppure si tolgono anche quelle che stanno penalizzando romanisti e laziali. Purtroppo lo sappiamo, l’Italia è da sempre il Paese del “doppiopesismo”.
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