di FABIO CAMILLACCI/ La lunga trattativa Roma-Chelsea-Lukaku cominciata nella serata di venerdi 25 agosto, si è finalmente conclusa in modo positivo. Al di là degli ultimi dettagli da limare e delle firme sui contratti, è fatta per Romelu Lukaku ai giallorossi. La formula: prestito di un anno, senza opzioni, con i Blues londinesi che riceveranno circa 5,8 milioni di euro. Il giocatore è andato incontro alle parti accettando la riduzione dello stipendio da 12 a 7,5 milioni l’anno. “Big Rom” sbarcherà a Ciampino martedi 29 agosto alle ore 17. L’aereo che riporterà l’ex interista in Italia, sarà pilotato dal presidente giallorosso Dan Friedkin in persona.
È stata una trattativa complessa, ma alla fine tutti i tasselli sono andati al loro posto. Un affare per tutti: il Chelsea si libera di quello che veniva percepito come un problema e a Londra era ai margini del progetto, la Roma trova un bomber che fa sognare i tifosi, e Lukaku avrà un’altra occasione per dimostrare che è ancora uno dei più forti centravanti del calcio mondiale. Decisivo il blitz a Londra del vicepresidente romanista Ryan Friedkin e del general manager Tiago Pinto. Un blitz che però si è trasformato in una piccola maratona giunta al traguardo solo dopo oltre tre giorni di trattative e contatti serrati tra i due club e l’entourage del giocatore.
Il racconto del blitz firmato Friedkin. I dirigenti giallorossi sono sbarcati nella capitale britannica venerdì pomeriggio con un volo privato, e si sono immediatamente diretti a Stamford Bridge, dove hanno assistito al match di Premier League Chelsea-Luton Town; successivamente hanno cenato con Todd Boehly, Behdad Eghbali e il resto dei vertici societari dei Blues per approfondire di persona quei contatti cominciati con le telefonate tra Boehly e il presidente della Roma Dan Friedkin. Sulla buona riuscita dell’operazione, per convincere il calciatore, sono state fondamentali le telefonate fatte da Mourinho a Lukaku che dunque ritrova l’alleatore portoghese dopo le esperienze del passato con Chelsea e Manchester United.
Decisiva la grande amicizia tra i due imprenditori americani. Solo questa grande amicizia, infatti, ha spinto il Chelsea ad aprire all’ipotesi prestito. Una soluzione che i londinesi avevano scartato per tutta l’estate dicendo no a Inter e Juventus. Su un punto i Blues sono stati chiari fin dal primo incontro durato 3 ore sabato scorso a pranzo: prestito oneroso senza contribuire al pagamento di una parte dell’ingaggio di Lukaku; visto che la Roma aveva le mani legate dal Fair Play Finanziario e non poteva salire a oltre 7,5 milioni l’anno. Lukaku come detto è andato incontro ai due club rinunciando a una parte dell’ingaggio con l’obiettivo di potersi rilanciare alla corte di Josè Mourinho.
Il Mancio d’Arabia. Non sbagliammo quando dopo le improvvise dimissioni da commissario tecnico azzurro, scrivemmo di una scelta dettata dai tanti petrodollari in arrivo per lui. In queste ore è arrivata la conferma con tanto di presentazione ufficiale di Roberto Mancini nuovo ct dell’Arabia Saudita. Ovviamente, per non ammetterlo Mancini si è affrettato a dire: “Sono orgoglioso di essere qui. Solo a metà agosto i primi contatti con l’Arabia”. Falso: il corteggiamento arabo era cominciato molto prima.
Le altre parole del Mancio da nuova guida tecnica dell’Arabia Saudita. Presentato a Riad, Roberto Mancini ha aggiunto: “Ho già iniziato a vedere video di molti elementi. Vi dico grazie per aver battuto l’Argentina ai Mondiali, così il primato d’imbattibilità è rimasto alla mia Italia”. Un filmato con le sue più belle reti con la maglia della Sampdoria, le esultanze in panchina con l’Inter e il Manchester City, gli Azzurri. L’allenatore di Jesi le guarda in silenzio. Davanti ha la bandiera saudita e alle spalle la scritta “Mancini 2027”.
Poi lo presentano: applausi a scena aperta. I contratti firmati in mano, una maglia dei Green Falcons col suo nome, una targa ricordo consegnatagli dal presidente della federcalcio locale, Yasser Al Misehal che dichiara: “Voglio dare il benvenuto al nostro nuovo allenatore e ai suoi assistenti e gli auguro molti successi nel nostro Paese”. Contratto fino al 2027 da 20 milioni a stagione. Una proposta indecente, una proposta difficile da rifiutare. Ma Mancini avrebbe fatto una migliore figura se fosse stato più sincero nel dire subito di essersi dimesso perchè attratto da tutti questi soldi: 80 milioni in 4 anni sono tanta roba.
Commenta per primo