La Polizia ha eseguito una serie di perquisizioni in diverse città che riguardano appartenenti ai movimenti No Vax che su un gruppo Telegram avevano ipotizzato di compiere azioni violente nel corso delle manifestazioni contro i provvedimenti del Governo. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale. Le perquisizioni sono scattate a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia. Oltre alle abitazioni degli indagati, i controlli hanno riguardato pc, cellulari, tablet e account social.
Gli indagati ipotizzavano su alcune chat di Telegram violenze, anche con armi, durante un imminente raduno No Vax a Roma.
Il gruppo, che aveva intenzione di costruire ordigni “fai da te” e di approvvigionarsi di coltelli, era composto da 5 donne e 3 uomini. Le “azioni violente” che stavano programmando, anche con l’uso di armi erano “tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale”, come si afferma nel rapporto del pool antiterrorismo di Milano nei decreti di perquisizione.
Il blitz rientra in una “importante attività preventiva contro dei disordini” che erano stati programmati. Da un lato, c’è il riscontro che questi gruppi stanno “alzando il tiro” e dall’altro si dimostra che le istituzioni e le forze dell’ordine sono presenti nel contrastarli. Le perquisizioni, come si legge nel decreto, riguardano documenti “di qualsiasi natura (anche informatici)” e dispositivi, come notebook, cellulari, memorie o supporti informatici, “utili alla ricostruzione dei fatti e della responsabilità”.
Si cercano anche “armi” e elementi “riguardanti i rapporti tra gli indagati e tra questi e altri soggetti che potrebbero aver concorso all’istigazione alla commissione di delitti connotati dalla violenza contro persone e cose” e per la “delineazione dei rispettivi ruoli”.
Nel corso delle perquisizioni sarebbero state trovate armi, come coltelli e bastoni. Lo si apprende nelle indagini della Digos, coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Piero Basilone.
“Quando andremo a Roma i primi” da aggredire “sono i giornalisti“, si affermava in unachat in cui si invitava a “usare le molotov”per “far saltare i furgoni delle tv”. Secondo quanto riferito in questura a Milano, “per la stampa, ritenuta asservita al regime, avevano un vero e proprio odio”.
Nel corso di un incontro in Questura, a Milano, i dirigenti della Digos Guido D’Onofrio e del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Lombardia, Tiziana Liguori, hanno dichiarato: “Non risulta, al momento, dal nostro monitoraggio, che ci siano altre chat analoghe, con No Vax che istigano ad azioni violente“. Il gruppo Telegram di cui gli 8 indagati erano gli ispiratori aveva circa 200 frequentatori.
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