Boris Johnson ha accettato di dimettersi dalla carica di premier del Regno Unito…ma lasciandola in autunno nonostante le dimissioni a catena dei suoi ministri

Il premier Boris Johnson pare abbia finalmente ceduto e quindi sarebbe pronto ad annunciare le sue dimissioni oggi stesso, ma… rimanendo in carica ancora per qualche mese, secondo anticipazioni dei media britannici. E infatti la Bbc sostiene  che un nuovo primo ministro dovrebbe entrare in carica “in autunno”.  L’accordo che Johnson si è alla fine rassegnato ad accettare di fronte alle dimissioni a catena dei suoi ministri, prevede che annunci oggi le dimissioni dalla carica di leader del Partito Conservatore rimanendo però primo ministro “ancora per un podi tempo. Elezioni interne per la scelta di un nuovo leader Tory verrebbero infatti convocate durante l’estate, con l’idea che il vincitore o la vincitrice possa essere annunciata nelle prossime settimane e – automaticamente – subentrare poi a Johnson anche alla guida del governo britannico “in autunno”.

Intanto ancora stamattina sono state annunciate altre dimissioni di membri dello staff governativo come quelle del titolare del dicastero per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, secondo il quale l’esecutivo colpito dallo scandalo è ormai “oltre il punto di non ritorno”. “Non posso sacrificare la mia integrità personale per difendere le cose come stanno adesso“, ha detto Lewis, aggiungendo che il partito conservatore al potere e il Paese “meritano di meglio”.

Ieri Johnson aveva risposto un rifiuto alla sollecitazione di parte dei suoi ministri a gettare la spugna alla luce dei contraccolpi dello scandalo Pincher e dell’ondata di dimissioni dei ministri del partito conservatore, in rappresentanza del quale Johnson era stato nominato primo ministro.

Una delegazione composta da almeno una mezza dozzina di ministri rimasti fedeli a Boris Johnson in seno al consiglio di gabinetto – sinedrio del governo britannico composto in totale da una trentina di membri – ha in giornata annunciato di volersi recare dal primo ministro per chiedergli di dimettersi. Della delegazione fanno parte, secondo la Bbc, il ministro-capo gruppo (chief whip) Tory alla Camera dei Comuni, Chris Heaton-Harris, e i ministri dei Trasporti, Grant Shapps; dell’Irlanda del Nord, Brendon Lewis; del Galles, Simon Hurt. Secondo alcune fonti non ancora confermate, ci sarebbe anche Nadhim Zahawi, che appena ieri aveva accettato di restare al governo e di essere promosso da ministro dell’Istruzione a cancelliere dello Scacchiere. Interpellato al riguardo durante l’audizione di fronte al coordinamento dei presidenti di commissione della Camera dei Comuni, cui Johnson ha accettato di sottoporsi malgrado la crisi, il premier ha opposto un no comment, dicendo di non voler parlare di iniziative di cui “non sono a conoscenza”.

Anche la ministra dell’Interno, Priti Patel, super falco del governo Tory annoverata finora tra i lealisti irriducibili di Boris Johnson, ha chiesto in serata al premier di dimettersi, di fronte alla crisi provocata dai contraccolpi dello scandalo Pincher e dall’ondata di dimissioni nella compagine.

Anche ieri in giornata Boris Johnson aveva ribadito di voler resistere per far sì che il suo governo “vada avanti” nel proprio lavoro e prosegua “ad attuare il programma” malgrado la raffica di dimissioni provocare in seno alla compagine Tory dai contraccolpi dello scandalo Pincher.

BoJo aveva lasciato ancora una volta intendere di voler cercare di resistere durante un’audizione di fronte al coordinamento bipartisan dei presidenti di commissione della Camera dei Comuni. Messo sulla graticola, Johnson ha in ogni caso negato la prospettiva di elezioni politiche anticipate: “Non credo che nessuno le voglia in questo momento” di crisi globale, ha detto. “Credo invece che noi dobbiamo andare avanti, servire gli elettori e affrontare le priorità che stanno loro a cuore”

STARMER A JOHNSON, ‘CHIUNQUE SI SAREBBE GIÀ DIMESSO’ 
“Chiunque si sarebbe dovuto dimettere da tempo nella sua posizione”. Lo ha detto il leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, durante il Question Time alla Camera dei Comuni rivolgendosi al premier conservatore Boris Johnson. Ha poi attaccato il primo ministro per aver promosso “un predatore sessuale”, riferendosi al recente caso Pincher, e poi per gli altri scandali come il Partygate. Starmer ha parlato di “comportamento patetico” di Johnson mentre la “nave affonda e i topi scappano”, ricordando la raffica di dimissioni nell’esecutivo Tory e puntando il dito contro la “disonestà” di tutto il partito di maggioranza.  Starmer in un suo intervento ha fatto una ricostruzione molto cruda e dettagliata dello scandalo Pincher, con una descrizione esplicita della molestia che una delle vittime ha denunciato di aver subito da parte dell’ex deputy chief whip. Per poi ricordare come la vicenda sia stata gestita dai vertici Tory, ignorando le accuse contro l’ex viceministro e la testimonianza di chi si era fatto avanti per denunciarne il comportamento. “Sono tutti seduti lì come se questo fosse normale”, ha affermato il leader laburista riferendosi ai banchi occupati dalla maggioranza. Ha quindi dichiarato nel suo affondo finale, sempre prendendo di mira l’insieme dei deputati conservatori e in particolare quanti sostengono ancora il “bugiardo” Johnson: “Nel bel mezzo di una crisi il Paese non merita di meglio di pupazzi di cani che fanno di sì con il muso dietro i vetri delle automobili?”

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