di SERGIO TRASATTI/ Come il primo Mike Tyson. A Wembley è nata una nuova stella del pugilato; una stella che può dominare i pesi massimi per i prossimi dieci anni con forza e personalità. Solo applausi di stima per il vecchio guerriero, che si arrende al termine di una sfida straordinariamente, intensa, che riporta la boxe ai fasti delle notti storiche. L’atteso Mondiale dei massimi tra Anthony Joshua e Wladimir Klitschko premia il campione inglese, che si impone per ko tecnico all’11° round in un match che non ha affatto tradito le attese.
Lo spettacolo sugli spalti. Lo stadio di Wembley ribolle di passione: per una volta il pugilato supera il grande amore britannico per il calcio. Sono in 90.000 sugli spalti e nel parterre a seguire la sfida tra Anthony Joshua, 27 anni, il campione di casa, l’uomo che nel 2012 proprio all’Olimpiade di Londra conquistò l’oro con un verdetto regalato contro il nostro Roberto Cammarelle e lo sfidante Wladimir Klitschko, l’ucraino che ha dominato la categoria per un decennio dal 2006 e che a 41 anni tenta di risalire sul trono per la terza volta in carriera, dopo essere stato sconfitto nel novembre 2015 da un altro britannico, Tyson Fury. In palio: le corone super Wba, Ibf e Ibo.
Il match. Si affrontano due pugili con la stessa altezza, 1.98, ma con caratteristiche diverse, non soltanto per l’età: Joshua è esplosivo, può risolvere con un colpo solo (18 vittorie, 18 ko) ma non cerca con ossessione la corta distanza, preferendo trovare la misura muovendosi rapidamente sulle gambe. Klitschko è un maestro nell’uso del jab sinistro con cui tiene lontani gli avversari, per poi scattare con il destro caricato. Enorme, come ovvio, la differenza d’esperienza: 44 round per l’inglese, 358 per Klitschko, che ha un record di 64 vittorie e 4 sconfitte. Eppure, l’avvio è sorprendente, perché è l’ucraino a mettersi a centro ring, cercando di trovare il varco giusto mulinando rapidamente le braccia, mentre Joshua rimane guardingo alla ricerca del colpo di maglio.
Il colpo del ko di Joshua. E’ dello sfidante il primo destro pericoloso, a inizio secondo round, subito ripagato da un destro di Joshua, che nelle prime riprese è più preciso e convincente nonostante l’attivismo dell’ucraino. Ma Anthony, l’uomo che non aveva mai superato le sette riprese in carriera e che aveva fin qui trovato avversari abbastanza morbidi, dimostra la stoffa del predestinato e nell’11° round cambia improvvisamente ritmo, aggredendo fin dal gong e andandosi a prendere una vittoria meritata e fantastica, costruita con un montante destro che travolge le resistenze di Klitschko e che avrebbe mandato definitivamente al tappeto qualsiasi avversario. Wladimir, dopo l’atterramento e il conteggio, con orgoglio e forza della disperazione prova a resistere, va di nuovo giù dopo un’altra pesante serie chiusa da un gancio sinistro e poi deve arrendersi alla giusta decisione arbitrale di sospendere il match dopo un altro incessante bombardamento di Joshua. Grande match, una notte di campioni.
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