«Se dobbiamo arrivare ad un tavolo delle trattative dove pesano sempre di più i morti di una o l’altra parte sarà un tavolo senza zampe» ha affermato giustamente il vignettista Vauro Senesi per ribadire il no alla guerra e all’invio di armi.
«Abbiamo accolto con entusiasmo l’appello lanciato da artisti, intellettuali e giornalisti, organizzando come primo momento di iniziativa questa staffetta nazionale, da Bolzano fino a Lampedusa per stimolare la creazione di un movimento popolare contro la guerra – ha detto Pietro Milazzo della Casa del popolo intitolata a Peppino Impastato -. Data l’escalation in corso (e gli ultimi eventi lo testimoniano) è necessario rispondere con la ricostruzione di un ampio movimento popolare».
La catena umana è partita formando un lunghissimo serpentone colorato dalle bandiere per la pace, che ha attraversato via Libertà, raggiunto piazza Verdi e proseguito fino a Villa Whitaker, sede della prefettura di Palermo, dove i manifestanti hanno poi lasciato simbolicamente alcune delle bandiere.
E sul ruolo dell’Italia ha detto: «Abbiamo abdicato ad ogni ruolo diplomatico in nome della sudditanza agli Stati Uniti. Il popolo ucraino ha il diritto di difendersi e ne aveva diritto anche nel 2014: io ero nel Donbas, ed erano ucraini anche coloro che venivano assaltati dalle milizie naziste ucraine. Perché nessuno si è scandalizzato allora? Con questo non giustifico l’invasione russa, ma se siamo contro la violenza e la guerra bisogna eliminarne le radici. Non dimentichiamo il 2 maggio 2014, dove furono bruciate vive più di 50 persone nella sede di un sindacato. È una guerra per interposti morti – ha poi concluso – le armi che arrivano sono sempre più micidiali ed arricchiscono l’industria militare e impoveriscono gli ucraini. Dovremmo fermare il macello che li riguarda, lavorando per un cessate il fuoco e per delle trattative».
A PALERMO LA MARCIA DELLA PACE DI SANTORO: “NON SI FERMA LA GUERRA CON LE ARMI”
«Se dobbiamo arrivare ad un tavolo delle trattative dove pesano sempre di più i morti di una o l’altra parte sarà un tavolo senza zampe». Così il vignettista Vauro Senesi lancia il suo monito da Palermo sul tema della guerra in Ucraina. L’occasione è il filo rosso che per oltre 4 mila chilometri ha unito simbolicamente l’Italia, dalla Valle d’Aosta a Lampedusa, per ribadire il no alla guerra e all’invio di armi.
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