CALCIO, CAOS CONTINUO/ Ennesimo ribaltone su date e orari dei recuperi di Serie A. Rimane l’incertezza su Inter-Sampdoria. Esclusiva di Altroquotidiano: ci sono le firme per il passaggio della Roma da Pallotta a Friedkin

di FABIO CAMILLACCI/ Lo scrivemmo nei giorni scorsi e lo ribadiamo: nel calcio italiano il caos continua. Stavolta, la sarabanda riguarda i recuperi di campionato, nuovo balletto di date. E’ cambiato tutto un’altra volta. Ribaltato il programma del prossimo week end che vedrà andare in scena i recuperi della 26° giornata di Serie A. Nessuna partita al sabato, Juventus-Inter confermata per domenica 8 marzo alle 20.45, Sassuolo-Brescia posticipo del lunedi alle 18.30. Inoltre, contrariamente alle prime comunicazioni, Milan-Genoa si disputerà domenica alle 15, come Sampdoria-Verona, e non più alle 12.30; nel “lunch match” infatti andrà in scena Parma-Spal. Alle 18 Udinese-Fiorentina nel ricordo di Astori che moriva il 4 marzo di due anni fa proprio alla vigilia di una sfida tra friulani e gigliati.

Ovviamente tutti gli incontri saranno a porte chiuse come deciso e imposto dal governo Conte ai casinisti egoisti che gestiscono il calcio italiano. E così sarà fino al 3 aprile. La stessa Lega di Serie A ha poi aggiunto che è ancora da stabilire il programma della 27esima giornata, che presumibilmente slitterà al week end del 14-15 marzo, con la Juventus che potrebbe anticipare a venerdì 13 marzo, in vista dell’impegno di Champions League contro il Lione in programma all’Allianz Stadium il martedì successivo. Decisi anche alcuni recuperi di gare saltate il 23 febbraio e valide per la 25° giornata. Mini-turno infrasettimanale mercoledì 18 marzo con Atalanta-Sassuolo, Verona-Cagliari e Torino-Parma alle 18.30. Resta il punto interrogativo su Inter-Sampdoria perchè i nerazzurri sono impegnati in Europa League. La gara sarà fissata alla prima data utile, qualora l’Inter dovesse essere eliminata dall’ex Uefa; altrimenti se ne riparlerà il 20 maggio. Appunto, un caos senza fine.

In tutto questo caos, secondo fonti attendibili di Altroquotidiano, ci sarebbero le firme sui contratti preliminari per il passaggio della AS Roma da James Pallotta a Dan Friedkin. Passaggio di proprietà praticamente ufficiale in attesa di un closing che durerà circa due mesi. Pallotta smentisce ma la sua smentita, conoscendo il personaggio, è un’ulteriore conferma. In sostanza, si attende soltanto il comunicato congiunto delle parti interessate a mercati finanziari chiusi, visto che la AS Roma è quotata in Borsa. Le firme, sempre stando alle stesse fonti, sarebbero avvenute negli uffici della società di Pallotta, la “Raptor”, a New York. Smentita dunque la balla messa in giro dal quotidiano economico-finanziario “Milano Finanza”, secondo cui Friedkin avrebbe rinunciato all’acquisto della Roma per colpa del coronavirus. Il magnate statunitense non solo sta per comprare il club giallorosso ma porterà avanti l’iter per costruire lo stadio della Roma a Tor di Valle.

Di seguito, vi riproponiamo il commento sul caos pallonaro pubblicato in “Ora di Punta” nella notte del 4 marzo, prima delle decisioni del governo Conte

Coronavirus, calcio italiano: tutti contro tutti e vuoto di potere

di FABIO CAMILLACCI/ Lo scrivemmo una settimana fa e lo ribadiamo. In piena emergenza da coronavirus, i vertici del calcio italiano per tutelare la salute dei tifosi, evitare il diffondersi del contagio e allo stesso tempo garantire la regolarità dei campionati avevano solo due strade da percorrere: fermare tutto per qualche settimana o giocare tutte le partite a porte chiuse. E invece: in Serie A sono state rinviate solo le gare in programma nelle zone più a rischio, in B si sono giocate a porte chiuse solo alcune sfide e in C sono stati fermati soltanto i due gironi del centronord (girone A e B), mentre nel girone del centrosud (girone C), tutto regolare. Siamo proprio la “terra dei cachi” come recita una famosa canzone di Elio e le Storie Tese. Nonostante l’esistenza di una Federcalcio, ogni Lega fa come gli pare.

Tornando al massimo campionato, il balletto relativo ai match previsti nelle regioni con il maggior numero di contagi, è stato a dir poco ridicolo: si gioca regolarmente col pubblico, no si gioca a porte chiuse, no gare rinviate a data da destinarsi. Peraltro, con le decisioni definitive prese a poche ore dal fischio d’inizio delle partite interessate. Allo stesso tempo, è stato consentito ai tifosi emiliani di assistere a Lazio-Bologna e a quelli atalantini di tifare per la Dea sugli spalti dello stadio di Lecce. Il tutto frutto di un triste gioco di veti incrociati degno dei peggiori governi della cosiddetta Prima Repubblica. Un’autentica pandemia sportiva che ha fatto scoppiare un sistema malato da anni.

Chi ha scatenato questo caos? Chi decide nel calcio italiano? Purtroppo, nella Lega calcio di Serie A, decidono i soliti “compagnucci della parrocchietta” che invece di pensare all’interesse generale pensano solo a tutelare i loro interessi. Da qui un tutti contro tutti culminato con il post del presidente dell’Inter Steven Zhang che sui social ha attaccato il presidente della Lega Paolo Dal Pino scrivendo: “Sei il più grande clown che io abbia mai visto”. Un attacco clamoroso, cose mai viste. Esiste una Assemblea? E allora si mettano ai voti le varie proposte e si faccia una scelta definitiva.

Vuoto di potere. Il problema è che Dal Pino avrà pure un passato da grande manager ma di calcio non capisce nulla. Voluto dal patron della Lazio Claudio Lotito e votato da altri club, Dal Pino è una sorta di marionetta in mano ai presidenti di A. Una sorta di amministratore di condominio che ogni presidente condiziona a proprio piacimento. E allora perchè in simili situazioni di emergenza non decide direttamente Palazzo Chigi? Ad esempio, in altri Paesi europei, le varie Leghe sono pronte ad adeguarsi alle decisioni prese dai governi. Stesso discorso per quanto riguarda la Uefa: la federazione calcistica d’Europa ha deciso di far disputare a porte chiuse Inter-Ludogorets e nessuno si è ribellato o posto veti. E così sarà a breve per altre partite di Champions ed Europa League. In Italia invece, dove l’emergenza coronavirus è più grave, il caos continua…

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