di FABIO CAMILLACCI/ Prosegue senza sosta il teatrino tra le parti in merito alla ripresa o meno del massimo campionato di calcio: tra le inopportune uscite del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, a colpi di post su facebook e dichiarazioni rilasciate ai media, e le relative risposte del mondo politico e sportivo. Ormai la ripartenza della stagione calcistica 2019-20 è diventata un caso politico gestito male da un ministro che pensa di avere un potere che in realtà non ha. Senza dimenticare che Spadafora di calcio e di sport capisce poco o nulla visto che nel suo curriculum non c’è traccia di esperienze istituzionali o politiche a livello sportivo. Come accade spesso nella politica italiana, è stato messo lì in omaggio al vecchio “manuale Cencelli” tanto caro alla Democrazia Cristiana e ai partiti della cosiddetta “Prima Repubblica”. Siamo alle solite: persone sbagliate al posto sbagliato.
Il caos continua. E’ stato posticipato infatti il Consiglio Federale in programma per venerdì 8 maggio: un Consiglio fondamentale per capire se il protocollo di sicurezza sanitaria avesse avuto o meno il placet del governo e del comitato tecnico-scientifico. Nella nota ufficiale la Figc scrive: “La riunione del Consiglio Federale programmata l’8 maggio è stata posticipata per la necessità di maggiori approfondimenti. Per consentire al sistema calcio di fronteggiare la crisi contingente, il Consiglio Federale sarà prossimamente riconvocato con all’ordine del giorno le tematiche inerenti la ripresa dell’attività sportiva e per stabilire le linee guida per l’iscrizione ai prossimi campionati”. Quindi, il teatrino è destinato a continuare a lungo.
Il nodo dei diritti televisivi. Tra le proposte presentate dai broadcaster alla Lega di Serie A, c’è anche uno sconto che può arrivare fino a 255 milioni sui 790 da pagare ai club per i diritti tv del torneo 2020-2021. E’ questo il punto di caduta più alto di quelli esposti da Sky, in conseguenza dell’attuale sospensione causata dall’emergenza coronavirus. Ma anche Dazn e Img si sono espresse nei giorni scorsi con apposite lettere. Ricordiamo che l’Assemblea dei club, nella sua ultima riunione, ha ribadito di non voler concedere sconti; la questione però resta aperta, considerando anche le diverse posizioni delle società.
La situazione. Il contratto della Lega calcio con le pay tv non prevede correzioni in caso di eventi eccezionali e imprevedibili come questa pandemia e un conseguente stop del governo. Tra i club c’è chi preferirebbe far valere da subito i propri diritti e chi invece gradirebbe un’apertura al dialogo, con il timore che il muro contro muro con i broadcaster possa sfociare in una battaglia legale per il futuro pesando anche sul prossimo bando per la vendita dei diritti, quello relativo al triennio 2021-2024. Sta di fatto che lunedi 4 maggio, 18 dei 20 club di A hanno fatturato l’ultima rata e a breve in consiglio di Lega si valuterà come procedere. Staremo a vedere come finirà.
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